“L’Anci è inutile e costosa, incapace di decidere e di opporsi ai provvedimenti sbagliati del Governo in carica”. Massimo Bitonci, sindaco leghista di Padova, ha annunciato di voler lasciare l’Associazione Nazionale Comuni Italiani: “Aderirvi costa oltre 35mila euro all’anno di iscrizione, più le spese per viaggi, cene, varie ed eventuali. Non sono stato eletto per partecipare a gite di piacere nella capitale o per chinare il capo di fronte ai desiderata dei funzionari di Stato che non fanno gli interessi dei miei concittadini”. Decisione che anticipa la scelta di tutti i sindaci della Lega che lasceranno l’associazione, per volontà del segretario federale Matteo Salvini.

Bitonci conta sull’appoggio del leader del Carroccio: “Domenica a Cittadella penso che Salvini annuncerà anche l’uscita generalizzata di tutti sindaci della Lega Nord e di molti sindaci del centrodestra, perché è ormai un fiume in piena”. Bitonci annuncia anche di non essere solo, ma in compagnia dei colleghi di 19 Comuni della provincia, da Cittadella a Montagnana, da Campo San Martino a Albignasego. “Proporrò loro di lavorare insieme ed, eventualmente, di pensare ad un’associazione di Comuni, che sia snella, a costo zero, senza staff, con una sede itinerante – ha detto il sindaco – e si ponga, quale scopo unico, quello di difendere, nella piena collaborazione degli aderenti, gli interessi specifici dei residenti da Roma. Cosa che l’Anci non ha mai fatto fino in fondo”.

Critico il sindaco di Vicenza Achille Variati: “L’uscita dall’Anci è una scelta sbagliata e controproducente. L’obiettivo dell’Associazione è infatti difendere i Comuni e dare voce alle amministrazioni locali troppo spesso inascoltate. Uscire dall’Anci significa isolarsi e perdere forza. I problemi non si risolvono certo uscendo dall’Anci, ma lavorando all’interno della ‘casa’ dei Comuni italiani, per trovare soluzioni efficaci”.

Si è detto “sconcertato” Piero Fassino, sindaco di Torino e presidente dell’Anci: “Annunci fatti da un sindaco che nei pochi mesi dalla sua elezione non ha mai partecipato ad alcuna riunione né tecnica né politica e ad alcuna attività istituzionale dell’associazione, non rappresentando quindi mai la propria opinione e le proprie esigenze di amministratore locale. E forse proprio questo spiega i suoi giudizi sull’Anci, che non corrispondono all’attività che l’associazione svolge unitariamente e quotidianamente a sostegno e tutela dei Comuni italiani, negoziando con il governo e con ogni ministero sulla base di proposte che spessissimo sono state accolte ottenendo così significativi miglioramenti”.

La risposta di Bitonci non si è fatta attendere: “Sono stato vicepresidente dell’Anci nazionale e conosco l’associazione dal suo interno. So bene che negli anni i Comuni hanno perso potere e soldi, non certo perché l’Anci li abbia tutelati”. E poi attacca frontalmente il presidente dell’Anci: “Trovo peraltro assurdo che a guidare l’Associazione dei comuni italiani sia un sindaco che appartiene allo stesso partito del premier attualmente in carica. I risultati di Fassino sono sotto gli occhi di tutti. Sono aumentati i trasferimenti ai comuni? È stato cancellato il patto di stabilità? – ha continuato Bitonci -. E, soprattutto, perché è stata scaricata sui sindaci la responsabilità di risolvere un’emergenza, quella dei clandestini, che è europea?”.

Durissima la reazione di Maria Rosa Pavanello, presidente di Anciveneto, che parla di dichiarazioni “gravissime e calunniose” che “finiscono pure con il farlo scendere nel ridicolo“. Sulle spese, in particolare sui viaggi, precisa: “Dire che l’Anci serve a sostenere trasferte inutili è tanto grave quanto falso: le poche volte che mi reco nella capitale il treno mi viene rimborsato da Anci nazionale, per tutti gli altri spostamenti mi arrangio da sola. Peraltro Anciveneto ha razionalizzato ulteriormente la spesa: nell’attuale gestione (da ottobre 2014) non figura alcuna uscita per rimborsi di viaggio”. “La gente deve sapere, come del resto sa lo stesso Bitonci, che noi dell’Anci non prendiamo nessuna indennità per la carica che ricopriamo – ha sottolineato Pavanello -. Il sindaco di Padova stia pertanto più attento e riporti la verità, che conosce bene dato che ha avuto incarichi in Anci per molto tempo. Altrimenti la prossima volta rischia di prendersi una denuncia. Proprio il fatto che Bitonci abbia ricoperto diversi ruoli in Anci rende ridicole le sue affermazioni. È stato vicepresidente nazionale dal 2010 al 2011, delegato dell’Anci nazionale per l’ambiente e la protezione civile fino a luglio, tanto per dire”.

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