La riforma della “buona scuola” rischia di stravolgere la vita a molti insegnanti precari. Sicuramente la stravolge a Dominique, una docente di Reggio Calabria che, in queste ore, sta valutando se accettare l’incarico del Miur. “Sono stata spedita nella provincia di Vicenza – si sfoga leggendo la mail ricevuta dal ministero -. Dopo 30 anni di precariato in Calabria mi ritrovo a dover andare in Veneto. Mi dicono che sono pazza ma io non so ancora se accettare perché dovrei lasciare qui mio marito che pochi mesi fa è stato trapiantato di fegato. Sono i mesi in cui lo dovrei assistere. È uno sconvolgimento totale della mia vita. È un equilibrio che salta”.

Dal 1985 Dominique ha insegnato in molte scuole della provincia reggina e a 53 anni deve decidere se emigrare per il posto fisso: “Renzi vuole sistemare i precari ma non ha spiegato il metodo. Vuole metterci nelle condizioni di rifiutare. Questa scuola non ha nulla di buono. Stiamo tornando indietro, all’epoca della migrazione”.

Accetterà sicuro Laura, insegnante di educazione fisica che dopo 23 anni a Reggio fa fatica a pensare di doversi trasferire in Lombardia: “Sono stata mandata a Milano. È una deportazione forzata perché io sono costretta a lasciare i miei cari, resettare tutto e partire da zero”. La pensa allo stesso modo Cristina che dal 12 settembre dovrà partire per Roma: “Sono stata più fortunata di altre colleghe, ma comunque è un totale sconvolgimento. Se non ci fosse stata la riforma il prossimo anno sarei entrata di ruolo in Calabria. E invece dovrò lasciare mio marito a Reggio e trovarmi una sistemazione a Roma”

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