Sono solo come un cane che abbaia alla propria solitudine. Ho un collare di desideri, e un guinzaglio di erezioni in sospeso.
L’amore per me è una scusa per gustare le temperature di altri corpi, ma ultimamente ( e per ultimamente intendo gli ultimi 6 anni
della mia vita ) non riesco più a trovare scuse, non riesco più a innamorarmi e rumino la mia carne fino al vomito.
Le donne mi sfuggono fra le dita e resto con il mio fallo in mano. Un uomo colto in fallo, per così dire. L’ironia non è salvezza ma
almeno mi aiuta a non impazzire. E allora invento donne immaginarie, mi perdo in labirinti clandestini, e cerco conforto nella fantasia.
Non so perché ho chiamato questo video ” ritratto di un gigolò “, in realtà si tratta di un uomo disperato che cerca compagnia
telefonando a donne del suo passato, un uomo che sarebbe anche disposto a pagare per una carezza, per un bacio. Il contrario di
un gigolò. Eppure la solitudine ha un suo fascino paradossale, la solitudine mi tiene compagnia, è la mia dama silenziosa.
Ma il cuore pulsa, il sangue circola, e il tempo fugge, che cosa resterà di me? Guardo in un portacenere e ho la risposta.

Aforisma del giorno:
Non sono vivo in senso canonico, la mia vita è una successione
infinita di piccole resurrezioni subliminali.

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