L’antica frase di Ippocrate “che il cibo sia la tua medicina” oggi è più vera che mai. La ricerca di avanguardia in ambito neuroscientifico e la medicina funzionale e antiaging oggi confermano che la salute può essere letteralmente nutrita proprio attraverso le scelte alimentari ed opportune integrazioni di specifici nutrienti. Di questo si occupa appunto la cosiddetta nutraceutica, che è un capitolo irrinunciabile del progetto salute integrata.

20141003 cibo-del-futuro-italia-astra-ricerche

Nutraceutica è un neologismo sincratico che deriva dalla crasi di “nutrizione” e “farmaceutica” e si riferisce allo studio di quegli alimenti che sono in grado di svolgere una funzione benefica sulla salute umana. Il termine è stato creato dal Dr. Stephen De Felice già nel 1989. Un nutraceutico è un “alimento-farmaco” ovvero una sostanza alimentare che associa componenti nutrizionali selezionati per caratteristiche, quali l’alta digeribilità e l’ipoallergenicità, alle proprietà curative di principi attivi naturali. L'”alimento funzionale” (o “farmalimento”) identifica l’intero cibo che presenta proprietà benefiche.

Si può dunque nutrire il nostro cervello per affrontare i disturbi fisici e psichici? E per migliorare le nostre risorse e la nostra salute? E per aiutarci anche nel percorso verso lo stato di felicità incondizionata? La risposta è sì.

Gli alimenti e i nutrienti che possiamo assumere sono di fatto messaggeri in grado di agire sulla plasticità neuronale e sulla neurogenesi. Sono in grado di dialogare con il nostro organismo, parlando il linguaggio biochimico delle nostre cellule. Nel nuovo paradigma della medicina integrata e della lifestyle medicine, unitamente alla nutraceutica, anche l’equilibrio della dieta emotiva risulta centrale nel mantenimento della salute psicofisica e della longevità.

Le neuroscienze hanno ampiamente dimostrato il ruolo chiave che le emozioni hanno nel determinare i processi di malattia e guarigione, individuando nella repressione emotiva il processo alla base, non solo dei disagi psichici, ma anche di tutti i disturbi da somatizzazione e di tutti i sintomi medici cosiddetti inspiegabili, che rendono ragione di una consistente fetta della spesa sanitaria.

Le emozioni sono infatti un ponte tra la psiche e il soma, l’anello di congiunzione tra la vita psichica e la vita fisica. Sono fatti prima di tutto fisici, con precise basi neurofisiologiche, vie di scarico neurovegetative e corrispondenti pattern ormonali, correlano a specifici mediatori immunitari come le citochine e a specifici neuropeptidi con funzioni di trasmissione a livello del sistema nervoso centrale e periferico.

È così che la nostra biografia si traduce nella nostra biologia. Attualmente sono disponibili nuove tecniche scientificamente validate come la Istdp (Intensive Short Term Dynamic Psychotherapy) in grado di agire in breve tempo sugli stati d’animo nemici della salute come rabbia repressa, ostilità, odio, rancore, isolamento, impotenza, umiliazione che sono centrali nello sviluppo di patologie neurodegenerative, croniche e anche oncologiche.

Le emozioni represse, negate o evitate si scaricano sul corpo, trovando nel soma lo spazio di espressione che non trovano nel mondo psichico. È così che si originano i sintomi medici inspiegabili (MUS, medically unexplained symptoms) o vaghi e aspecifici, come anche patologie croniche e invalidanti. Oggi siamo in grado di decodificare i messaggi fisici delle emozioni e possiamo leggere il sintomo in termini di neurofisiologia emotiva. Il sintomo è dunque un messaggero che porta un messaggio e oggi sappiamo che non è mai bene sopprimere il messaggero senza avere letto il messaggio.

Allora una buona alimentazione sia in termini nutrizionali sia emotivi passa per la conoscenza del ruolo funzionale dei cibi e per la consapevolezza emotiva. Queste sono le chiavi della medicina integrata odierna. L’impiego congiunto della nutraceutica e della Istdp anche nel servizio sanitario sarebbe in grado di garantire una significativa riduzione della spesa sanitaria globale, dei costi di assistenza pro capite, del numero di farmaci impiegati e del numero di visite specialistiche per sintomi medici inspiegabili, cronici e ricorrenti, con un parallelo miglioramento della qualità della vita.

Questi effetti sono già stati verificati nel sistema sanitario canadese, dove questo modello di intervento emotivo con Istdp ha mutato le politiche sanitarie e permesso di ridurre significativamente la spesa sanitaria, vincendo nel 2012 il Canadian Leading Practice Award and Quality Award for Innovation. È auspicabile che esempi di questo tipo ispirino sempre più nuove politiche sanitarie e una nuova medicina per nuovi medici e nuovi pazienti.

Articolo Precedente

Pescatori d’estate, tassisti d’inverno: ecco i ragazzi della tonnara di Camogli

next
Articolo Successivo

Crisi demografica: il contributo degli stranieri alla sopravvivenza del Paese – Seconda Parte

next