Una vera e propria ammissione di colpa messa nera su bianco da Luca Risso, ex compagno di Ruby, e inviata a Silvio Berlusconi. Una lettera, quella dell’imprenditore all’ex premier, che è finita agli atti dell’inchiesta Ruby ter. Due giorni fa, il procuratore aggiunto di Milano Pietro Forno e i pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio hanno inviato l’avviso di conclusione delle indagini a 34 persone. In quella missiva al leader di Forza Italia, Risso ripercorre i rapporti tra Karima el Mahroug e l’ex Cavaliere: passaggi di denaro, rivendicazioni, ma anche una rivelazione. L’ex compagno di Ruby, infatti, scrive che la sua “vita prese il colpo di grazia nel 2012, quando lei, per non far testimoniare Ruby a dicembre, ci chiese di andare via e tornare dopo il 10 gennaio”. I due volarono verso il Messico a fine novembre e ci rimasero per due mesi. Ruby era chiamata a testimoniare, ma non si presentò.

“Così – continua Risso – dopo aver visto Maria Rosaria Rossi (senatrice di Forza Italia, indagata per falsa testimonianza, ndr) che ci diede i soldi per andare via, partimmo per il Messico e io fui costretto a vendere anche l’ultimo locale che gestivo”. Secondo i pm Berlusconi avrebbe promesso a Ruby sette milioni di euro, con pagamenti che sono proseguiti nel tempo dal 2011 al marzo 2015. Di quella cifra, almeno 320 mila euro in contanti sarebbero finiti a Risso, per finanziare il trasferimento in Messico della coppia. Ed è sempre Risso che si adopera per acquistare un ristorante nello Stato centro americano, investendo anche due milioni a Dubai tramite la Playa Cooperation: un modo per fare passare quel denaro come “di sua proprietà”, ed è per questo che oggi è accusato di riciclaggio.

Nella sua missiva, che risale a quando la relazione con Ruby era finita, Risso ripercorre quattro anni di rapporti con l’ex Cavaliere. “Io come ben si ricorderà – scrive Risso – mi sono messo a sua disposizione per qualsiasi cosa, sapendo entrambi che avevamo a che fare con un ragazzina scapestrata da seguire attentamente. Si ricorderà che le dissi, e diverse volte, di stare attento a non dare banconote da 500 euro a Ruby perché era pericoloso, perché andava in giro con buste piene di banconote da 500 e non si preoccupava di farle vedere”.

Nella lettera Risso chiede a Berlusconi di ricordarsi “di quello che mi promise, e perlomeno mi aiuti come può“. E annota alcuni consigli dati in precedenza all’ex presidente del Consiglio sul denaro elargito a Ruby. “Le dissi di darle meno soldi e tagli più piccoli e magari di avvalersi dell’aiuto di Giuliante (il primo avvocato della ragazza di origini marocchine nda) visto che io ormai ero fuori gioco. E comunque qualsiasi cosa fosse accaduto, i soldi a Ruby li davo io… cosa che anche Ruby doveva dire”

Poi cita Risso anche una riunione ad Arcore .”Spero si ricordi anche della riunione a casa sua dove, con il dott. Toti e il sen. Messina, le proposi una intervista ad effetto con Ruby, che poi registrammo su Rete 4. E anche quando le dissi che era necessario un atto molto forte di Ruby e decisi con lei di mandare Ruby davanti al tribunale con il cartello per difendere se stessa e lei… e attaccare i magistrati. Si ricorderà l’effetto che ha avuto sui media”. Nel gennaio scorso Risso aveva scritto un post sulla sua pagina Facebook scagliandosi contro il leader di Forza Italia: “Devo tornare per dire sulla faccia a Silvio Berlusconi che è un bugiardo“.

Ma non c’è solo la lettera di Risso agli atti dell’inchiesta milanese. In un’annotazione della polizia giudiziaria si legge infatti che oltre a Ruby, anche la modella brasiliana Iris Berardi, sarebbe andata ad Arcore “quando era ancora minorenne” (ipotesi che era già stata formulata da tempo dagli inquirenti del filone principale dell’inchiesta) e lì avrebbe avuto i “primi contatti” con Berlusconi. Il documento investigativo prende spunto dal diario personale della Berardi, dove la ragazza annota di “non essersi fatta mancare nulla, droga, alcol, sigarette, sesso e orge ad Arcorè”. Sempre nel diario, si legge nell’annotazione, Berardi “descrive esplicitamente uno specifico dettaglio di un rapporto sessuale da lei avuto con Silvio Berlusconi“.

“In ordine al primo contatto con Berlusconi – scrive sempre la polizia giudiziaria –  viene fatto riferimento alla settimana precedente al capodanno 2008 (e all’epoca la Berardi era ancora minorenne nda)”. Nel diario, la ragazza scrive inoltre che “le ragazze venivano preparate al peggio”, allertate “a non scandalizzarsi per le cose oscene” , dato che  “lui le sue ragazze le bacia in bocca, le tocca”. La ragazza però smentisce: “Leggo su una agenzia di un mio manoscritto preso per un racconto autobiografico: vogliono farlo passare per un diario, ma non è un diario! E’ il canovaccio di un libro di avventure, d’amore e di sesso che volevo scrivere”.  “Davvero nessuno, in buona fede – continua – può attribuire a me le cose che io attribuisco nel libro a quella che dovrebbe essere la protagonista: non ho mai visto ad Arcore cose oscene né tanto meno orge, né ho mai avuto rapporti intimi con il presidente Berlusconi”.

Ma oltre al diario della Berardi, la polizia giudiziaria ha prodotto anche altro. “Dirò tutto come sta ho tutte le prove non si può essere così bastardi ci tiene alla politica? Ok oggi sono nella merda ma andremo tutti nella merda“, è il testo di un sms che Marysthell Polanco, una delle ragazze che partecipava ai festini di Arcore,  avrebbe inviato all’avvocato Niccolò Ghedini, storico legale di Berlusconi, nel settembre 2014. Nelle annotazioni della pg sono allegati anche alcuni screenshot relativi ad una conversazione tramite sms.  “Buongiono avvocato – scrive la ragazza a Ghedini – Volevo dirti che siamo molto dispiaciute col dottore perché non ci riceve e ci chiude le porte, cose che prima non faceva”. “La invito a non contattarmi e comunque a non usare modi siffatti. Valuteremo azioni legali“, è una delle risposte di Ghedini. La Polanco però non smetteva di scrivere. “Non ce la faccio più a tenere vostre bugie e la vostra presa per il culo lui aveva promesso pagare il mio avvocato e ha fatto delle promesse quando ci ha detto di venire da voi a dire le bugie che mi hanno spaventata, mi ha usata e non lo posso più tenere dentro non me ne frega andare in galera per colpa di lui, dirò tutto come sta ho tutte le prove“.

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