“Ho già dato disposizioni alla struttura aziendale di incrementare il monitoraggio sullo stato di conservazione delle oltre 12mila opere d’arte della nostra rete (ponti, viadotti e gallerie) e, con il sostegno del governo e del ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, vareremo un grande piano di manutenzione straordinaria per intervenire rapidamente, partendo dalle situazioni più urgenti, come la A19“. Parola di Gianni Armani, da un mese presidente e amministratore delegato dell’Anas al posto di Pietro Ciucci, forzosamente dimissionato dal governo dopo un calvario di mesi, cominciato con lo sprofondamento del viadotto Scorciavacche in Sicilia, inaugurato in pompa magna dall’allora presidente Anas alla vigilia di Natale 2014 e chiuso al traffico appena una settimana dopo per inagibilità. E proseguito fino a metà aprile 2015 quando ha ceduto un altro viadotto, l’Himera, sull’autostrada Palermo-Catania, la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Ilfattoquotidiano.it ha pubblicato le conclusioni di un’indagine sul cedimento dell’Himera voluta dal nuovo ministro Delrio da cui emergono in maniera netta le responsabilità dell’ex presidente Anas e dei tecnici suoi collaboratori. In pratica gli ispettori ministeriali hanno accertato senza ombra di dubbio che l’Anas conosceva perfettamente l’esistenza di una frana in corso e sapeva pure che i pericoli derivanti dal movimento del terreno si erano acuiti fin dal 2005, tanto da mettere in pericolo la stabilità dell’opera. Diventato presidente nel 2006 e rimasto in carica per un decennio, Ciucci si è comportato come se niente fosse e l’Anas non ha mosso paglia per mettere in sicurezza il viadotto Himera.

“Bisogna invertire il processo che ha portato questi fatti ad accadere”, dichiara il nuovo presidente Armani a commento dei risultati dell’indagine ministeriale. In pratica fa capire di voler prendere nettamente le distanze dall’impostazione del suo precedessore che aveva privilegiato in modo spasmodico le grandi opere e le inaugurazioni con i tagli del nastro. E’ una svolta importante e positiva.

“Anas è un patrimonio del Paese e il mio mandato è quello di valorizzarla, per farla tornare a essere un motore dello sviluppo“, sostiene Armani. Che precisa: “La tutela della rete stradale che abbiamo in concessione è un obiettivo fondamentale per l’azienda e su questo non consentirò che si deroghi più. Paghiamo anni di gap di manutenzione delle strade e del territorio, per la scarsità dei fondi. In questo ambito, sarà fondamentale anche la collaborazione con gli enti preposti alla tutela del territorio, come la Protezione Civile“.

Per far capire che le sue non sono solo buone intenzioni, Armani ha annunciato di aver istituito una commissione interna aziendale per indagare su quanto accaduto sul viadotto Himera e per verificare “cosa non ha funzionato” e di chi sono le responsabilità. L’indagine dovrebbe procedere a ritmi sostenuti e “in tempi brevi consegnate le sue conclusioni”.

La sistematica sottovalutazione dell’importanza della manutenzione stradale sta mettendo a rischio la stabilità di ponti e viadotti e l’agibilità di molte strade e autostrade, soprattutto nel Sud e in particolare quelle costruite ai tempi della Cassa del Mezzogiorno. I tecnici del vertice Anas pre Ciucci conoscevano perfettamente la delicatezza della situazione e dedicavano risorse e attenzioni costanti e programmate alla conservazione dei manufatti. Con Ciucci questa impostazione è stata nei fatti rifiutata.

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