Federico Pizzarotti diventa di nuovo bersaglio del fuoco “amico” del Movimento 5 stelle. L’attacco questa volta arriva da Nik il Nero, addetto alla comunicazione in Parlamento, che rinfaccia al sindaco di Parma le sue spese di rappresentanza del 2013. In una classifica pubblicata dal Corriere di Bologna infatti, il Comune ducale compare al primo posto in Regione per la voce dei costi monitorata dalla Corte dei Conti, con 108.259,50 euro. Somme molto superiori a tutti gli altri Comuni, in primis al capoluogo di regione Bologna, che ha spese poco inferiori ai 5mila euro, mentre al secondo posto si colloca la vicina Reggio Emilia, che con i suoi 27.800 euro è comunque molto al di sotto dei conti di Parma. A sottolineare le “spese d’oro” del sindaco è Nik il Nero, che sul suo profilo Facebook scrive: “Pizzarotti ha doppiato tutti e si è piazzato al primo posto. Aspettiamo chiarimenti dal sindaco di Parma”. Ad alzare la voce contro il primo cittadino anche il Carroccio: “Da una parte taglia i servizi, dall’altra incrementa così tanto le spese per la rappresentanza che risulta il più spendaccione”, afferma il consigliere regionale Fabio Rainieri, segretario della Lega nord Emilia.pizzarotti

La polemica però, secondo i Cinque stelle parmigiani, è sterile, come scrive per primo il capogruppo Marco Bosi, subito seguito dallo stesso primo cittadino, perché le voci inserite nelle spese di rappresentanza variano a seconda delle amministrazioni. E nel caso di Parma, spiega Pizzarotti, “noi in quel capitolo di bilancio inseriamo voci di spesa che altri Comuni spalmano in diversi altri capitoli, difficili poi da rintracciare tutti insieme. Ad esempio abbiamo inserito eventi come il 25 aprile. Così sembra che ‪‎Parma spenda molto di più rispetto a tutti gli altri. Invece dimostriamo solo di essere trasparenti. Se fossero giornalisti seri confronterebbero i contenuti dei capitoli di bilancio, perché un totale non dice nulla”. Le spese di rappresentanza del Comune di Parma dunque risulterebbero più esose semplicemente perché comprendono anche i costi delle celebrazioni come Primo Maggio, Natale o visite di ospiti come Aung San Suu Kyi, che in altri enti sono state inserite in altri capitoli di bilancio.

Pizzarotti, che proprio la prossima settimana, il 23 aprile, in occasione della giornata della trasparenza, farà un incontro pubblico in Comune per esporre un bilancio della sua attività a oltre metà mandato, spiega inoltre di avere ridotto le spese per la prima volta nel Comune di Parma di 10 milioni di euro, e poi se la prende, anche senza citarlo direttamente, con chi lo ha criticato. “Noi non abbiamo proprio nulla da nascondere: i documenti si trovano tutti online, perché noi pubblichiamo tutto. – scrive su Facebook – Ma se mi sorprende il giornalista che non si prende la briga di verificare, non mi sorprendono nemmeno quei leoni da tastiera eletti da nessuno, che come i Vermilinguo del Signore degli Anelli pontificano sul nostro operato da dietro una scrivania”.

Il sindaco infine lancia un’accusa anche riguardo al modus operandi in cui arrivano gli attacchi e alla comunicazione nel Movimento: “Basterebbe poco per chiedere spiegazioni a Parma, Comune tra i più trasparenti in Italia. Invece preferiscono gettare fango, puntualmente schiantandosi contro le nostre risposte – aggiunge – Ma perché questo? Perché la nostra unica colpa è dire quello che pensiamo. Non gettiamo fango, diciamo quello che pensiamo. In un mondo normale sarebbe considerato un valore. Nel mondo dei leoni da tastiera è invece considerata una minaccia. Una volta eravamo i primi ad approfondire prima di parlare, andando a cercare i dati alla fonte. Oggi si fanno bastare un titolo di giornale”.

Poche ore prima a rispondere direttamente a Nik il Nero era stato Bosi: “E’ normale che paghiamo profumatamente una persona per fare comunicazione quando non è neanche in grado di mandare un sms o fare una telefonata per chiedere conferma prima di fare questi autogol clamorosi? – continua il capogruppo – Io sarei un po’ “stanchino” parafrasando Beppe. Non ci è dato sapere quanto guadagna il buon Nik visto che non pubblica la sua dichiarazione dei redditi a differenza mia e del sindaco Pizzarotti, ma in media ogni addetto della comunicazione del gruppo M5S costa ai cittadini 66500 euro. Praticamente ciò che guadagna il nostro sindaco, con la differenza che lui è stato eletto e non nominato da qualcuno”.

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