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“Riciclaggio in edilizia”, 12 arresti. “Non a norma cemento per ospedale Bergamo”

Operazione delle Squadre mobili di Cremona e Brescia, in carcere operatori del movimento terra e il presidente del Darfo calcio. "Contatti con la 'ndrangheta e metodi violenti nel recupero crediti". Accenni a un politico regionale non identificato: "A disposizione i voti della famiglia". Sospetto uso di materiali scadenti in importanti cantieri
“Riciclaggio in edilizia”, 12 arresti. “Non a norma cemento per ospedale Bergamo”
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Un’operazione della polizia di Cremona e di Brescia ha portato nella notte all’arresto di dodici persone (dieci in carcere, due ai domiciliari). Nel mirino degli inquirenti cremonesi e bresciani, otto società, tutte operanti nel settore del movimento terra e attualmente dichiarate fallite: sono emerse irregolarità nel settore dell’edilizia. Tra le persone in carcere il presidente del Darfo Boario Terme Calcio, Gezim Sallaku. I reati contestati, a vario titolo, vanno dalla truffa, all’appropriazione indebita, dalla bancarotta fraudolenta, al riciclaggio e alla tentata estorsione. Contestata l’associazione a delinquere.

Nell’inchiesta sono stati coinvolti diverse persone di origine calabrese residenti a Cremona e sono emersi contatti con ambienti ‘ndranghetisti. Citati nelle carte personaggi come Francesco Lamanna, finito nell’inchiesta emiliana culminata negli arresti di gennaio e ritenuto il referente nel Cremonese della cosca Grande Aracri di Cutro. Un’indagine complessa e lunga, fatta di intercettazioni telefoniche e ambientali, di pedinamenti e di appostamenti a seguito della quale – come ha detto il procuratore capo della Repubblica Roberto di Martino – ci troviamo di fronte, “oltre che a episodi di estorsione legati agli appalti, al sospetto che ci siano edifici non solidi, tra cui l’ospedale di Bergamo, proprio perché sarebbe stato utilizzato per la sua costruzione cemento non a norma”. Si parla anche di un’area a Monticelli d’Ongina, nel Piacentino, di zone nel Cremasco e di un’area nel Pavese dove sarebbero stati realizzati subappalti in nero.

In conferenza stampa sono stati illustrati i particolari dell’operazione. Gli investigatori sottolineano anche i metodi violenti utilizzati nella gestione delle società, ad esempio nella riscossione di crediti. Le società venivano spolpate e utilizzate per propositi criminali prima di fallimenti pilotati. A capo dell’organizzazione viene indicato Giovanni Iannone, 56enne originario di Isola Capo Rizzuto (Crotone) e residente a Cremona.

Non è contestata l’aggravante mafiosa perchè la situazione è borderline”, così ha detto di Martino, affiancato dal dirigente della squadra mobile di Cremona Nicola Lelario e all’omologo di Brescia Giuseppe Schettino. “Ma gli accertamenti non sono finiti”.

Nelle carte dell’indagine si menzionano infiltrazioni nel mondo della politica a proposito dell’acquisizione di un grosso terreno agricolo. “Un terreno nel Cremonese”, ha spiegato il pm e un affare per il quale sarebbe stato necessario l’aiuto di un uomo politico, da aiutare alle elezioni regionali del 2010: “A disposizione i voti della famiglia” è un frase intercettata nel 2010.

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