A volte ritornano. Dopo essere stato rimosso dalla direzione della Asl Roma E e dopo essere stato condannato dalla Corte dei Conti per danno erariale, Franco Condò è diventato consulente del ministro della Salute Beatrice Lorenzin. L’incarico di collaborazione come “esperto del ministro nella materia della programmazione sanitaria, con particolare riferimento agli inerenti obblighi comunitari e in vista delle attività connesse al semestre europeo”, si legge sul sito dell’amministrazione, è legato al mandato governativo della Lorenzin e, tengono a precisare dal ministero, “è a titolo gratuito”.

Era il gennaio 2009 quando l’allora governatore della Regione Lazio, Piero Marrazzo, decise di rimuoverlo dalla carica di direttore generale della Asl Roma E per una serie di inadempienze. Una decisione motivata da una sequela di contestazioni mosse dalla Regione Lazio. “Gravi disavanzi di gestione per gli esercizi finanziari 2003, 2004, 2005 – si legge nella delibera regionale che gli revocò il mandato – numerose violazioni dei principi di buon andamento dell’amministrazione, violazioni di legge ed ulteriori gravi motivi riconducibili al mancato rispetto degli indirizzi regionali in materia di contenimento dei costi“. Il Tar nel 2013 ha accolto il ricorso di Condò per il suo reintegro (anche se non ha mai ripreso il suo posto), ma rimane il giudizio negativo della Regione che nella delibera di revoca del suo mandato riporta alcuni giudizi critici della magistratura contabile sulla direzione di Condò alla Asl Roma E.

La stessa Corte dei Conti nel giugno 2010 ha condannato il consulente della Lorenzin, un altro ex direttore della Asl Rm E, Maria Sabia, l’ex presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici Angelo Balducci e altri, “al pagamento in parti uguali in favore dell’Asl RmE della somma di euro 229.260,47”, come si legge nella sentenza. Motivo? Un danno erariale causato da alcuni lavori di ristrutturazione dell’ospedale Santo Spirito di Roma, eseguiti in occasione del Giubileo, che non furono condotti a regola d’arte tanto da dover essere rifatti poco dopo. Vicende che non devono aver impressionato la Lorenzin e che probabilmente neanche erano note allo staff del ministro visto che, a seguito delle richieste di chiarimento inviate da ilfattoquotidiano.it, l’ufficio stampa del ministero ha replicato: “Gentile collega, ti ringraziamo delle informazioni che ci hai fornito e che andremo subito a verificare”.

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