Il caso Rai Way-Mediaset assume connotazioni sempre più anomale. Al punto che la domanda cruciale che sarebbe spettata alla Consob fin dal 25 febbraio scorso, è arrivata invece dal garante della Concorrenza martedì 3 marzo, dopo una settimana di speculazioni in Borsa: come intende fare Ei Towers ad arrivare al 66,7% della società pubblica delle torri televisive, se sul mercato non c’è più del 49%? La richiesta, secondo le indiscrezioni, sarebbe contenuta in una lettera di rilievi che l’Antitrust ha rivolto al gruppo Mediaset in seguito alla notifica del lancio dell’Offerta e impone al Biscione una risposta entro 5 giorni. Di ufficiale c’è solo che l’Authority di Giovanni Pitruzzella, come si legge in una nota, ritiene che le informazioni “fornite in sede di comunicazione preventiva della concentrazione, consistente nell’acquisto del controllo della società Rai Way, fossero ‘gravemente incomplete‘ e non idonee a consentire una compiuta valutazione dell’operazione”.

Qui, appunto, si troverebbe l’appiglio per entrare dal lato Antitrust nelle pieghe di un dettaglio non secondario, ma prevalentemente finanziario dell’operazione. In pratica, sembra questo il ragionamento, una valutazione della concentrazione di mercato non avrebbe senso alcuno se la concentrazione stessa non potrà mai aver luogo nei termini indicati da Mediaset-Ei Towers. Diverso, resta inteso, il discorso nel caso in cui Cologno si accontentasse di una quota di minoranza. Insomma domande legittime anche da parte dell’Antitrust, ma che avrebbero un effetto chiarificatore su altri fronti. Innanzitutto sul mercato borsistico, dove l’azione dell’Authority guidata dall’ex vice di Giulio Tremonti, Giuseppe Vegas, già esponente di Forza Italia, non ha certo riportato trasparenza e serenità: ancora martedì 3 il titolo Rai Way dopo una vampata iniziale, ha chiuso la seduta a 4 euro, con un rialzo quindi dell’8,11% rispetto ai valori del 24 febbraio, la vigilia dell’offerta. Non secondarie, poi, le ripercussioni sul fronte delle trattative tra gli azionisti ai due lati del tavolo, dato che le risposte del gruppo Berlusconi arriveranno entro cinque giorni. Non solo, dunque, prima del prossimo consiglio di amministrazione di Rai Way che il 12 marzo potrebbe dare il suo parere sull’offerta, ma anche in netto anticipo rispetto al termine che Ei Towers avrebbe per rivedere la sua operazione: fine marzo con la pubblicazione del prospetto informativo, se non addirittura alla conclusione dell’Opas, durante l’estate.

In questo contesto, poi, Cologno Monzese non potrà non tener conto del fatto che la strada per avere l’ok dell’Antitrust è partita in netta salita. Innanzitutto per i toni inusuali della missiva. Ma soprattutto per il fatto che a Mediaset-Ei Towers sarebbe stato chiesto anche un aggiornamento sul peso del gruppo nei settori dei contenuti, inclusi audience televisivo e raccolta pubblicitaria, oltre che in quello dei ripetitori e della capacità trasmissiva. In pratica la linea di Pitruzzella e dei suoi tecnici, che avvieranno l’istruttoria sul caso una volta ricevute le risposte per chiuderla entro 45 giorni, sembra quella voler di valutare l’operazione nel suo complesso, con tutti i relativi risvolti e non di prendere in considerazione esclusivamente la parte legata alla rete delle antenne, come invece vorrebbe Cologno che ha presentato l’offerta esclusivamente sotto la luce della chance per l’Italia di avere un unico operatore delle reti di trasmissione.

Un assaggio delle reazioni è atteso per mercoledì in Senato, dove l’amministratore delegato di Ei Towers, Guido Barbieri, sarà in audizione informale davanti alla commissione industria del Senato. A convocarlo il presidente della Commissione Massimo Mucchetti (Pd) secondo il quale questa iniziativa “può aprire questioni rilevanti e nuove per la politica della concorrenza e per la politica industriale”. Tra gli interrogativi che verranno posti c’è appunto quello di sapere se Ei Towers “si riserva di accettare anche un numero di azioni Rai Way inferiore al 51%”; “come intende finanziare la parte per contanti dell’Opas, che, essendo pari al 70%, può arrivare alla cifra massima di 850 milioni”; “a quanto ammontano i risparmi gestionali attesi dall’integrazione delle due società e a quanto ammonterà il servizio del debito del nuovo raggruppamento Ei Towers-Rai Way rispetto alla mera somma del servizio del debito delle due società separate”.  Mucchetti vorrebbe anche sapere “come è avvenuto il negoziato tra Mediaset ed Ei Towers”; se “ha avuto un ruolo l’Agcom”; “a quanto ammontano i ricavi da soggetti terzi (La 7, le tlc ed altri eventuali)” e se “in caso di successo dell’Opas, e dunque in caso di costituzione di una società unica delle torri controllata da uno dei due maggiori operatori televisivi, quali garanzie avrebbero gli altri operatori di non essere spremuti fino al limite della loro sopravvivenza”. Le questioni da sottoporre a Rai Way (e alla Rai), il cui presidente Camillo Rossotto sarà invece in audizione giovedì, dipenderanno dalle risposte di Barbieri.

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