L’assemblea degli operai di Fiat e indotto, riunita a Termini Imerese, ha dato il via libera all’accordo raggiunto lunedì sera tra i sindacati e il cavaliere bianco scovato in extremis dal ministero, il piemontese gruppo Metec, per il rilancio dello stabilimento siciliano che il Lingotto ha chiuso tre anni fa. Ora la firma ufficiale al ministero per lo Sviluppo.”Il mio impegno per scongiurare i licenziamenti e per riattivare la produzione dello stabilimento ex Fiat di Termini Imerese si arresterà solo quando rivedrò i cancelli riaperti ai lavoratori e i macchinari in funzione e in piena attività”, aveva detto in giornata il sindaco del comune del palermitano, Totò Burrafato, commentato l’intesa che prevede il riassorbimento di 800 operai entro il 2018.

“Si deve fare il possibile per dare una speranza ai lavoratori ex Fiat, ma anche a quelli dell’indotto e alle loro famiglie”, ha detto il sindaco, a poche ore dal lungo e serrato confronto, al ministero dello Sviluppo economico, con il vice ministro Claudio De Vincenti, i sindacati e l’amministratore delegato di Metec, Cosimo Di Cursi. Per il primo cittadino l’uscita di scena del penultimo pretendente, Grifa, è “da considerarsi, senza ombra di dubbio, un fatto positivo e di chiarezza. Questo perché la Metec ha ben approfondito il proprio piano industriale per la riqualificazione e riattivazione del sito industriale siciliano”.

Eppure il gruppo Metec, subentrato in extremis a Grifa Spa per la riconversione dell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese, ha avuto ben poco tempo per approfondire la questione e tanto meno ne hanno avuto le controparti per studiarlo. Complice però l’imminenza del disastro, lunedì è riuscito a strappare l’ok di Fim, Fiom e Uilm e a stretto giro quello dei lavoratori in cassa integrazione ormai da tre anni. Velocissimo anche il via del ministero dello Sviluppo Economico e di Invitalia, che ha vidimato a tempo record il piano finanziario della holding di Roberto Ginatta, manager torinese che vanta un lungo passato in Magneti Marelli, altra azienda del gruppo Fiat e stretti legami con la famiglia Agnelli.

L’operazione sarà effettuata tramite il veicolo Blutec controllato al 100% da Metec. Alla newco, che parte subito con un capitale sociale di 25 milioni di euro, saranno trasferiti dal primo gennaio del 2015 i dipendenti Fiat e Magneti Marelli, che manterranno i livelli retributivi. Chi ha i requisiti per l’accompagnamento alla pensione, circa 130 tute blu, riceverà un incentivo a carico dell’attuale datore di lavoro, Fiat, che liquiderà il Tfr a tutto il personale.

Nella fase pre-produzione, Blutec potrà fase ricorso alla cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione: il ministero del Lavoro ha concesso due anni di cig più eventuali altri due anni. L’azienda si è impegnata ad assorbire gradualmente i lavoratori in due fasi. Inizialmente si concentrerà sulla componentistica: chimica automotive, engineering, illuminazione, allestimenti speciali; l’investimento programmato è di 96,5 milioni. La produzione partirà alla fine del 2015, nel 2016 l’organico dovrebbe attestarsi sulle 200 unità, 400 nel 2017.

La seconda fase sulla carta riguarda la realizzazione di auto ibride ed elettriche, una di segmento A e un’altra di segmento C, con una stima di 10mila vetture all’anno. Il settore auto, a regime, impiegherà altri 400 operai. In totale, dunque, saranno 800 i lavoratori in organico nel 2018, a fronte dei 762 dipendenti Fiat e Magneti Marelli, di cui 130 dovrebbero rientrare tra i beneficiari dell’incentivo. La differenza per saturare l’organico previsto a regime sarà colmata dall’assunzione dei lavoratori delle ditte dell’indotto, ai quali intanto sarà garantita la cassa integrazione in deroga, impegno assunto da ministero e Regione siciliana. Nel piano è prevista la creazione di un indotto locale, nell’ambito dell’accordo di programma, dove però figurano 280 milioni di fondi pubblici.

“Dopo Terni, Piombino, Gela, Trieste, R. Calabria, Electrolux, Alitalia, oggi accordo Termini Imerese. Domani Taranto. Anche questo è #jobsact”, ha commentato il premier Matteo Renzi su Twitter.

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