Ucciso dal nipote 19enne, Massimo Bottura, per una lite legata all’eredità della casa dove entrambi vivevano. E’ questa l’ipotesi seguita dagli investigatori sulla morte di Fausto Bottura, il disoccupato 48enne di Magnacavallo che lunedì è stato ritrovato morto, con mani e piedi legati, infilato in un sacco e gettato nel Po. Il ragazzo, che da qualche ora sta rispondendo alle domande degli inquirenti all’interno del comando dei Carabinieri di Mantova, lo avrebbe colpito con un oggetto contundente alla testa, prima di legarlo e gettarlo nel fiume. Al momento non ci sono altri indagati, anche se gli inquirenti sospettano che il giovane sia stato aiutato da un complice a gettare il corpo nel fiume. Intanto, è stata messa sotto sequestro l’abitazione dove la famiglia abitava.

La vittima mancava da casa da mercoledì scorso. Dopo 24 ore che non dava notizie di sé, la sorella e i suoi tre figli che vivevano in casa con lui, tra cui c’è anche il ragazzo fermato, ne hanno denunciato la scomparsa. Ed è stata proprio la donna a riconoscere il corpo di Bottura. Secondo quanto racconta la famiglia, l’uomo era disoccupato da circa due anni, da quando la ditta di laterizi nella quale lavorava era fallita. Da quel momento aveva fatto richiesta di lavoro in molte ditte della zona, ma non era ancora riuscito a trovare una nuova occupazione. Bottura era, così, caduto pian piano in uno stato di forte scoramento che si era acuito negli ultimi tempi, a causa di una lite familiare legata a una questione di eredità che riguardava la casa dove l’uomo, la sorella e i quattro figlivivevano.

A ritrovare il corpo, lungo il fiume a Bardelle di San Benedetto Po, è stato Silvano Grecchi, 68 anni, operatore che si occupa della manutenzione dell’idrometro al quale il sacco con dentro il cadavere è stato trovato impigliato insieme a molti altri detriti trasportati dalla piena dei giorni scorsi. L’uomo ha notato un sacco nero dal quale usciva un braccio, così ha chiamato subito i Carabinieri arrivati sul posto con il sostituto procuratore, Silvia Bertuzzi. “C’ero andato anche ieri – racconta il pensionato il giorno dopo il ritrovamento – e avevo visto quel sacco ma, dato che era in acqua, non mi sono avvicinato. Questa mattina, quando sono ritornato, l’involucro era sulla riva, dato che il livello dell’acqua si era abbassato, e ho visto sporgere un braccio e l’addome. Ho dato subito l’allarme”. All’ospedale di Mantova è in corso l’autopsia sul cadavere, ma dai primi risultati delle indagini sembra che Bottura sia stato ucciso con dei colpi di bastone alla nuca.

Secondo i primi accertamenti, il corpo sarebbe rimasto in acqua almeno un giorno, come si nota dalle condizioni in cui è stato ritrovato, e, a causa delle forti piogge che hanno ingrossato il fiume nelle ultime settimane, potrebbe essere stato trascinato per chilometri dalle acque. A rafforzare questa versione c’è il fatto che l’uomo risiedeva a Magnacavallo, a circa 30 chilometri dal luogo del ritrovamento. Per questo, gli inquirenti non escludono che l’omicidio possa essere avvenuto anche in una zona diversa da quella dove è stato scoperto il corpo.

ha collaborato Emanuele Salvato

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