A voler pensar male, si potrebbe credere che Landini e la Camusso intendano esclusivamente occupare lo spazio lasciato a sinistra dalla riforma renziana del Pd e dall’incapacità di Sel. Si tratterebbe di una strategia sagacemente opportunista, perché potrebbe approfittare del disagio diffuso in un ampia fascia di lavoratori, che sono stati prima disorientati dai mutamenti causati dalla più recente “ondata” di innovazione tecnologica (con conseguenze distruttive per molti tipi di occupazione tradizionale) e poi esacerbati dalla recessione economica che sembra non aver fine.

Landini 675

E’ tuttavia più verosimile (nonché più elegante) ritenere invece che siano solo prigionieri di una concezione dell’economia e del mondo del lavoro anacronistica e inattuale. Non si spiegherebbe altrimenti l’accanimento nei confronti del governo in carica, che in qualche momento ha rasentato i limiti del grottesco.

Ma in cosa consiste il limite principale di questa visione che la rende miope al limite dell’autolesionismo, al punto che il Wall Street Journal ha parlato di “Economic Sucide Movement

Proviamo a rappresentarlo con una semplice domanda: a che cosa serve la garanzia di poter mantenere a vita un posto di lavoro, in un sistema dove le imprese non riescono a sopravvivere e alla fine anche lo Stato potrebbe esaurire le risorse per pagare gli stipendi?

Non serve a niente, perché il nodo centrale di tutti i problemi che caratterizzano il mondo del lavoro contemporaneo, ha a che fare con le condizioni che favoriscono la nascita di nuove imprese e che consentono a quelle esistenti di sopravvivere, di investire e di conseguenza assumere e mantenere l’occupazione.

A questo punto del discorso arrivano le reazioni pavloviane che tipicamente possono essere:
a) dissociate dalla realtà
b) autarchiche e/o dirigiste pianificatrici

Il caso a è tipico di chi si fissa sul proprio ombelico dando battaglia per il reintegro a tutti i costi o per qualunque altro totem ideologico tanto se muoiono le imprese chissenefrega? Saranno i soliti evasori disonesti berlusconiani (oggi renziani) che se non ci sono è meglio e il mondo può vivere tranquillamente di soli dipendenti pubblici e pensionati (ma anche no). Inutile argomentare contro chi non ha argomenti, ma solo dogmi di fede. La cura drastica in genere è data da una botta di realtà: chiedete a un precario a vita cosa gliene frega dell’art 18 (o controllate quanti sono iscritti al sindacato) e non lamentatevi poi delle risposte poco cortesi.

Il caso b è subdolo perché sembra apparentemente credibile. C’è Brunello Cucinelli che è miliardario illuminato, però produce in Italia e paga lauti bonus ai dipendenti, perché non può anche Moncler accontentarsi di guadagnare qualche euro in meno e far del bene agli italiani? Vediamola da un’altra angolazione: cosa vi costa pagare 3€ un litro di latte o 15-20mila € una Fiat Duna*? Non andrete mica in miseria o no? Peccato che si tratti dell’inizio di una spirale negativa di peggioramento della qualità della vita, in cui i cittadini hanno sempre meno libertà e sono sempre più poveri e, dal momento che nessun paese al mondo è assolutamente autosufficiente in breve tempo i nodi verrebbero al pettine. Non servono discorsi complicati: quando l’Ikea, la Gdo, i centri commerciali Outlet e le Librerie Supermercato hanno ucciso una serie di negozi al dettaglio e fatto sparire alcuni segmenti della distribuzione commerciale, da consumatori che scelta avete fatto? Chi di voi non compra on line ebook pur di tenere in vita la libreria di quartiere? O scrive lettere invece di email per tutelare l’occupazione tra i dipendenti delle poste? No, alcuni secoli di storia (e un pò di logica) provano che il campanilismo e l’autarchia non funzionano (anche se continuano a vendere in politica, ma questa è un’altra storia.)

Neppure è possibile obbligare per legge le imprese a investire come sbandierano il duo di sindacalisti-utopisti, che in alternativa propongono miracolose patrimoniali che alla fin fine una tassa in più per i ricchi male non fa: la realtà e sotto gli occhi di tutti, a meno di non instaurare una dittatura, introdurre leggi contro gli interessi dei cittadini ha il solo effetto di indurre chi non trova più conveniente restare a lasciare il paese e di opprimere ingiustamente chi è costretto a rimanere.

*Si, è arrivata anche a me notizia che non producono più queste auto, tuttavia l’esempio serve ad argomentare che favorire le produzioni locali implicherebbe pagare enormemente beni di qualità inferiore a quelli importati. Immaginare un protezionismo per beni tecnologici, oggi, si avvicina all’idea di chiedere agli italiani di pagare oggi 20mila euro per una Fiat Duna.

Articolo Precedente

Jobs act, la Cgil pensa a un ricorso alla Corte Ue: “Viola i diritti fondamentali”

next
Articolo Successivo

Istat: “Disoccupati al 13%, massimo storico. Under 25, l’11% è senza lavoro”

next