Crisi economica e riforma del lavoro: sono i temi affrontati da Michele Santoro in questo nuovo appuntamento stagionale di Servizio Pubblico. Ospiti in studio: Pier Luigi Bersani, deputato ed ex segretario del Partito Democratico, l’economista Thomas Piketty, autore del libro “Il capitale nel XXI secolo” e l’imprenditore Gianluca Vacchi.

Guarda la puntata integrale

Santoro: “Renzi vuole rottamare i talk show scomodi”
Santoro apre il suo editoriale, osservando: “L’articolo 18 è già stato riformato in maniera sostanziale dalla Fornero. Ma, come dice Renzi, dobbiamo dimostrare che i sindacati non possono ostacolare gli imprenditori”. E aggiunge: “Della Valle ha detto che Renzi non fa paura per quello che rappresenta ma per quello che sta creando: una bolla mediatica. Prendiamo questo povero articolo 18. Per me senza sarebbe stato molto più difficile combattere una battaglia contro Berlusconi. Come dice Renzi bisogna insegnare al mondo che i sindacati non debbano mettere i bastoni tra le ruote agli imprenditori”. Il timoniere di Servizio Pubblico attacca poi i quotidiani che non vendono le copie di un tempo, esattamente nella stessa misura in cui sta calando lo share dei talk show. E conclude: “Renzi vuole rottamare i talk scomodi. Ma se accadrà sarà una decisione del pubblico. Rottamare i talk non è una cosa originale, l’aveva fatto già Berlusconi a suo tempo. Renzi però ha trovato una soluzione originale vuole farlo con l’aiuto del pubblico. Se troveremo la forza di pensare a qualcosa di diverso non ci riuscirà” (GUARDA IL VIDEO)

Piketty: “In Italia la ricchezza privata equivale a 6 anni di Pil”
“Nel mio libro c’è un messaggio di speranza: l’Italia è un Paese ricco, sono i governi ad essere poveri”. Thomas Piketty, autore de “Il Capitale nel XXI secolo”, intervistato da Giulia Innocenzi, punta il dito contro la disuguaglianza: “C’è una concentrazione di ricchezza mai vista prima, con le rendite che crescono molto più velocemente dei redditi da lavoro, e così la ricchezza si concentra nelle mani di pochi”. Gli effetti? Basta fare un giro per Savile Row, la strada del lusso, della moda, della finanza o nella cosiddetta Billionaire’s Road, il viale dei miliardari, dove ha casa, fra gli altri, il sultano dei Brunei. “Mi godo la vita” racconta ad Andrea Casadio un operatore della finanza di 22 anni che guadagna un milione di sterline l’anno “cosa sono i poveri? Non lo so”. Qualcuno si vergogna ad ammettere che lavora in finanza: “Se hai 20-30 milioni di sterline l’anno ne hai abbastanza. C’è gente che non conosce limite e vuole fottere gli altri”. “Mi dicevo: lo faccio solo per qualche anno” racconta un finanziere pentito “nella mia banca d’investimento c’è gente che ha preso 23 milioni di bonus. La cosa che piace di più a chi lavora nel nostro settore? Quando due società si uniscono e viene licenziata la gente, riducendo i costi”. Il mercato ha sempre ragione? Il mercato è un gregge guidato da avidità e paura (GUARDA IL VIDEO)

Bersani: “Non darò una coltellata alla schiena, preferisco prenderla”
“Nessuno può immaginare di aprire un voto di governo in questo momento. Ma la vicenda non è chiusa. Qualche piccolo passo comunque è stato fatto, non sono state settimane inutili”. Lo afferma Pierluigi Bersani, che sulla riforma del lavoro e sul voto compatto del Pd aggiunge: “Il Jobs Act è una legge che merita qualche specificazione in più. Va bene ridurre la pletora di contratti, ma non va bene aggiungerne un’altra. La flessibilità di cui si parla deve essere inserita all’interno dell’azienda. Per esempio sarei molto più secco e ultimativo sul meccanismo della legge elettorale. La legge così come è alla Camera non può andare bene. Nominati basta”. E sottolinea: “Bisogna ridurre la pletora dei contratti. Non è l’art. 18 che ci differenzia dalla Germania. Nel 2007 è scoppiata la crisi per la ricchezza di pochi”. Bersani rincara: “C’è un grumo di ricchezza micidiale nel mondo. E poi ci stupiamo del partito unico. Il Pd ha 7 anni di vita. Lo davano per morto tutti i giorni. Alla fine è arrivato al governo del Paese. Esiste una democrazia senza partiti? Auguri. Renzi? Matteo è un simpatico, sputa ogni giorno sul 25% grazie al quale oggi sta governando”. E conclude: “Nessuno si aspetti che dia una coltellata alla schiena, preferisco prenderla” (GUARDA IL VIDEO)

De Nicola, economista Adam Smith: “Art. 18? Un simulacro”
“Una parte molto importante della riforma del lavoro è quella del demansionamento. L’art. 18 è un simulacro”. Lo afferma Alessandro De Nicola, economista della società Adam Smith Society e consigliere di amministrazione di Finmeccanica, che puntualizza: “Più flessibilità c’è, meglio è” (GUARDA IL VIDEO)

Marta, ex dipendente Nokia: “Art. 18 praticamente inutile”
“Qual è il problema dell’art. 18 se hanno potuto tranquillamente licenziarci?”. Lo chiede provocatoriamente Marta Cortellazzi, ex dipendente Nokia, che aggiunge: “Nokia, in 7 anni, ha licenziato 2400 persone. E abbiamo perso le fabbriche. Landini dice: dobbiamo presidiare le fabbriche. Sono 3 anni che le presidiamo” (GUARDA IL VIDEO)

Mimma, ingegnere Nokia: “Siamo solo teste da eliminare”
Mimma Gangi è, era, ingegnere elettronico in Nokia e racconta come anche per lei sia terminata l’esperienza di lavoro. E porta alla luce i casi in cui marito e moglie lavorano nella stessa azienda e di colpo si sono ritrovati senza lavoro: “Ci hanno licenziati con un click. Andrei in qualsiasi parte del mondo pur di lavorare. Ma noi siamo solo delle teste da eliminare” (GUARDA IL VIDEO)

Bersani: “Il lavoro non te lo danno le regole, ma gli investimenti”
“Se si tratta di mandare a casa gente non c’è posto più facile in Europa dell’Italia”. Così Pierluigi Bersani, che continua: “Il lavoro non te lo danno le regole. Te lo danno gli investimenti. La vera cosa che ci differenzia dall’Europa è che siamo recordman su imposizione ed evasione fiscale”. E aggiunge: “Sono stupito che nel dibattito non ci sia la constatazione: la vera cosa che ci differenzia dall’Europa non è l’articolo ma che siamo recordman dal punto di vista della tassazione e dell’evasione fiscale. Questa è la riforma numero uno” (GUARDA IL VIDEO)

La droga Apple
Il 26 settembre in Italia è uscito l’iPhone 6. Nei centri commerciali c’è la fila di chi ha passato la notte precedente davanti alle porte dell’Apple Store per possedere il nuovo gadget tecnologico da 1000 euro per primi: «Siamo qui dalle 7.40 di ieri mattina, Ma l’iPhone è l’iPhone» raccontano. E la crisi? «Eccome se c’è, me lo compro con i risparmi che ho messo da parte» risponde un ragazzo, accompagnato dal padre metalmeccanico. C’è chi vuole vivere un mito «Ti fa sentire parte di qualcosa» e chi è più schietto: «Lo prendo per moda, perché non me ne frega un cazzo e ho i soldi». All’improvviso gli esponenti di Blocco studentesco lanciano uova e volantini, colpendo le persone in fila. «Ieri trincea e baionetta, oggi un iPhone ti aspetta» è il motto, che però non ferma i fedelissimi, fino a che lo store non apre le porte e una ragazza riesce ad acquistare il primo smartphone, festeggiata dai commessi. Il racconto di Giulia Cerino (GUARDA IL VIDEO)

Piketty: “La specializzazione serve?”
Secondo Piketty, tra le nuove generazioni si osserva un ritorno dei patrimoni ereditati: “Oggi vediamo un ritorno dei patrimoni ereditati da parte dei giovani. Per le generazioni del ’70 e l’80 era difficile entrare nel mondo del lavoro con dei patrimoni. Oggi il patrimonio ereditato cresce molto più rispetto al Pil”. E osserva: “L’austerity cerca di rimborsare dei debiti molto alti, è una cosa che abbiamo già visto in passato. In Europa il problema non sono i privati ma sono le istituzioni. Sono loro che hanno accumulato il debito pubblico” (GUARDA IL VIDEO)

De Nicola: “Del libro di Piketty non mi convince questo determinismo”
“Del libro di Piketty non mi convince questo determinismo per il quale si pensa che il Pil aumenterà dell’1,5% e le rendite finanziarie del 4%. Non è sempre così. Il determinismo non funziona”. Sono le parole di Alessandro De Nicola, secondo il quale dal lavoro viene poco: i redditi in Italia sono generati dal capitale accumulato e il debito pubblico è stato creato dai governi, non dalla ricchezza privata (GUARDA IL VIDEO)

Piketty: “Tutto dipende da istituzioni e politiche”
Secondo Piketty, sono le istituzioni sociali e politiche degli anni sessanta che hanno fatto sì che le generazioni di allora si trovassero in una condizione di sviluppo diversa da qualle delle generazioni di adesso. E aggiunge: “Bisogna imparare a vivere con una crescita dell’1-2% l’anno. Tutto dipende dalle istituzioni, dalle politiche, non ho una visione deterministica della realtà” (GUARDA IL VIDEO)

Bersani: “La priorità è riparare il sistema fiscale italiano”
“Il libro di Piketty non è marxista. Io mi considero un liberista”. Così Bersani commenta il libro ell’economista Piketty e osserva: “La priorità è riparare il sistema fiscale italiano. Per combattere la disuguaglianza bisogna ripartire da sanità, istruzione e sicurezza. Le aziende italiane investono poco ed hanno redditi bassissimi: chiudono in pareggio o in lieve attivo perché il fisco le bastona. Non sarebbe meglio tassare la ricchezza ed incentivare il lavoro?”. E aggiunge: “Ciascuno in proporzione a quel che ha deve pagare per la salute, la difesa, l’istruzione di tutti. Cosa abbiamo fatto noi mentre le ricchezze si accumulavano? Io ho fatto 3-4 riforme che hanno dato una spinta a un mercato fatto perbene. Abbiamo cercato di reagire facendo riforme”. L’ex segretario del Pd continua: “Ho sempre pensato che deve esserci una tassazione sulla casa, con delle esenzioni. E deve esserci un’imposta sui grandi patrimoni personali. Se toccasse a me domani partireri con una rivisitazione del sistema fiscale, con una imposizione anche sui grandi patrimoni immobiliari, con una manovra che abbassi le tasse a chi dà lavoro. Non tocca a me, ma provo a convincere Renzi” (GUARDA IL VIDEO)

Dragoni: “Gli ultraricchi in Italia: da Ferrero a Berlusconi”
Dragoni spiega che in Italia la ricchezza finanziaria è crescita meno che nel resto del mondo. Forti incrementi in Asia, mentre nella penisola resta stabile anche il numero degli ultraricchi: 33, quattro in più rispetto allo scorso anno. Il giornalista osserva: “Il più ricco d’Italia è Michele Ferrero, mr. Nutella. Il patrimonio di Berlusconi nel 2013 era di 8,6 miliardi, più di 300 milioni rispetto all’anno precedente. Da noi la ricchezza cresce meno ma siamo il nono Paese al mondo per numero di milionari” (GUARDA IL VIDEO)

Le vignette di Vauro: dal Jobs Act ad Alfano e alla trattativa
La Jobs Act vista da Vauro, che nel finale racconta, attraverso le sue vignette, il governo Renzi, lo stop del ministro Alfano ai matrimoni gay e gli ultimi sviluppi sul processo relativo alla trattativa Stato-mafia (GUARDA IL VIDEO)

Piketty: “Ci vuole una vera patrimoniale”
“Bisogna adattare il nostro sistema fiscale: ridurre tasse sul lavoro e aumentare quelle sul patrimonio”. Lo afferma Piketty, per il quale non dobbiamo aspettare di avere un governo mondiale per iniziare a fare qualcosa: “Non arriveremo a nessun governo mondiale, ma ci vuole più cooperazione in Europa” (GUARDA IL VIDEO)

L’imprenditore Vacchi: “Il vero dramma? La delocalizzazione delle imprese”
Dagli anni 70 il reddito da capitale ha superato quello da lavoro perché le imprese hanno delocalizzato. Questo è il vero dramma. Così hanno creato un extra profitto, appannaggio del detentore di capitale”. Lo afferma Gianluca Vacchi, imprenditore e stilista, che puntualizza: “Per me ricchezza non è nobiltà. Tutte le volte che mi sono tagliato non è uscito sangue blu. La ricchezza se è vissuta in modo etico ha una funzione importante: la ricchezza serve alla società”. E aggiunge: “Sono d’accordo quando Piketty dice che dopo gli anni ’70 abbiamo vissuto un divario tra reddito da patrimonio e da lavoro” (GUARDA IL VIDEO)

Sara, licenziata dall’Apple: “Non sono differenti, mi hanno usato”
«Quando mi hanno offerto un contratto a tempo indeterminato, ho pensato: “ho vinto alla lotteria”». Parla Sara, ex dipendente Apple, propostasi come ‘specialist’ sui prodotti e presto spostata al ruolo di ‘creative’. «Il primo giorno ho dovuto fare una corsa per tutto il centro commerciale e battere il cinque ai clienti. Abbiamo dovuto allestire il nostro store, facendo facchinaggio per 4 giorni. Ma eravamo felici perché la vivevamo come se fosse la nostra seconda famiglia». Le cose vanno così per i tre mesi successivi. «L’11 settembre mi viene comunicata la fine del nostro rapporto di lavoro. Ero stata licenziata per il mancato superamento della fase di prova. In realtà, svolgevo qualsiasi mansione tranne quella per cui ero stata assunta». Alla fine i licenziati sono sei: «Mi hanno chiesto se volevo uscire dalla porta anteriore o posteriore. Ho scelto di uscire davanti. Sono stata scortata». L’intervista di Giulia Cerino (GUARDA IL VIDEO)

Piketty: “Meno imposte sui redditi da lavoro”
“Bisogna ridurre la pressione fiscale sui contribuenti ma per farlo bisogna combattere l’evasione”. Sono le parole di Piketty, che sull’Imu introdotta da Monti osserva: “Il problema è che colpiva tutti quanti allo stesso modo” (GUARDA IL VIDEO)

Vacchi: “Bisogna redistribuire la ricchezza con la patrimoniale”
“Sono d’accordo con Piketty sulla necessità di redistribuire, di migliorare la qualità di chi lavora. Ma bisogna farlo in un altro modo, con la patrimoniale”. Sono le parole di Gianluca Vacchi, che aggiunge: “Io farei una patrimoniale sui beni dello Stato, obbligando in modo progressivo a sottoscrivere una quota di una società che in dieci anni deve monetizzare il patrimonio e restituire i soldi a chi ha pagato” (GUARDA IL VIDEO)

Renzi a Londra
2 ottobre, Renzi è in visita alla City. Cosa pensano di lui alla Guildhall di Londra, nel cuore della City, dove banchieri e finanzieri internazionali attendono il suo discorso? «È un riformista di destra, la Thatcher italiana» dicono, riecheggiando le parole di Susanna Camusso, eppure la giovane età e il decisionismo di Renzi suscitano simpatia. In serata il premier è protagonista a una cena a porte chiuse con i grandi investitori della City, fra cui Davide Serra del fondo Algebris, guru finanziario di Renzi, che offre il suo punto di vista sulle riforme del governo. Il servizio di Andrea Casadio (GUARDA IL VIDEO)

Travaglio: “Autoriciclaggio: aglio per vampiri”
Editoriale di Marco Travaglio, che menziona alcuni stralci della lettera che Renzi scrisse a Saviano il 2 marzo scorso: “Caro Roberto, quello che va aggredito, hai ragione, è la MafiaSpa, presente in ogni comparto economico e finanziario. Il fenomeno è favorito dalla consapevolezza dei mafiosi di non rischiare molto sul piano penale, anche perché nel nostro codice manca il reato di autoriciclaggio. Aggredire i patrimoni mafiosi può essere una delle grandi risposte del governo alla crisi”. Il condirettore del Fatto Quotidiano si sofferma quindi sull’assenza del reato di autoriciclaggio nella legge anticorruzione: “Immaginate un bel sacco pieno di miliardi. E’ lì, basta allungare la mano, prenderli e metterli nelle casse dello Stato. Li hanno nascosti in Svizzera tanti criminali per non pagare le tasse su ricchezze guadagnate lecitamente, ma anche per nascondere il bottino di delitti. La Svizzera non può più nasconderli nei caveau delle banche: ha firmato accordi internazionali sulla trasparenza per uscire dalla black list dei paradisi fiscali. Ora” – continua – “chiede ai correntisti delle banche di mettersi in regola con i loro stati, se no chiude i conti. E gli stati han subito fatto accordi con la Svizzera per far rientrare quei capitali: “voluntary disclosure”, svelamento volontario. Tutta Europa ha quel reato. Tranne l’Italia”. Travaglio prosegue: “Un mese fa, dopo un anno di discussioni alla Camera, sembrava fatta. La legge era pronta. Ci aveva lavorato anche il pm Francesco Greco. E Padoan aveva l’acquolina in bocca. Ma Ncd, FI e mezzo Pd si sono spaventati, e gli avvocati pure: per loro la parola autoriciclaggio è come l’aglio per i vampiri. Niente paura, è intervenuto Renzi: la legge non va bene, la riscriviamo da zero. E da chi l’ha fatta riscrivere? Dalla Boschi e dal suo nuovo tutor: Ghedini (forse Verdini era impegnato nei suoi vari processi). E’ il patto del Nazareno: le riforme si scrivono con Berlusconi. E quando una riesce bene, il governo ci fa subito un bel buco per sgonfiarla”. E spiega i limiti della nuova norma: “Non c’è autoriciclaggio se i soldi li hai fatti con un reato punito sotto i 5 anni. Così restano fuori truffa, appropriazione indebita, evasione fiscale: quelli tipici dei colletti bianchi. Ma così la legge è inutile. Preso col sorcio in bocca, il governo ha cambiato il testo: non importa il reato di partenza, se ricicli il bottino è sempre autoriciclaggio. Ma sulla toppa han subito praticato un altro bel forellino: se i soldi vengono da reati finanziari, la pena dell’autoriciclaggio è più bassa,la prescrizione più corta, e niente manette né intercettazioni. Così è difficilissimo scoprirlo e punirlo”. E aggiunge: “Han fatto un buco più grosso: l’autoriciclaggio non è punibile quando il denaro, i beni o altre utilità – udite udite – vengono destinati all’utilizzazione o al godimento personale. Di fronte al godimento, lo Stato si arrende. Chi siamo noi per impedire ai ladri di godere? Godete pure come ricci. Purché lo facciate personalmente. E’ un inno all’onanismo: nasce la pippa finanziaria” (GUARDA IL VIDEO)

Vacchi: “Bisogna redistribuire la ricchezza con la patrimoniale”
“Sono d’accordo con Piketty sulla necessità di redistribuire, di migliorare la qualità di chi lavora. Ma bisogna farlo in un altro modo, con la patrimoniale”. Sono le parole di Gianluca Vacchi, che aggiunge: “Io farei una patrimoniale sui beni dello Stato, obbligando in modo progressivo a sottoscrivere una quota di una società che in dieci anni deve monetizzare il patrimonio e restituire i soldi a chi ha pagato” (GUARDA IL VIDEO)

L’avvocato Volo: “Ha ragione Travaglio. E la legge su autoriciclaggio verrà fatta”
L’avvocato Grazia Volo sposa le tesi di Travaglio e critica la norma sull’autoriciclaggio: “Meglio tenersi quello che c’è se la riforma dev’essere questa”. Il condirettore del Fatto Quotidiano ribatte: “Se la norma sull’autoriciclaggio viene scritta bene, può diventare una tenaglia”. “Questa riforma” – risponde la giurista – “è deflagrante nel mondo giudiziario. La clausola di riserva stabilisce il principio di specialità per cui non è applicabile il doppio titolo di reato. Ma la legge verrà fatta, perché ci sono troppe pressioni. Il problema sta nel come verrà scritta” (GUARDA IL VIDEO)

Ex dipendenti Nokia: “Le aziende non sono onlus”
Parlano Mara Cortellazzi e e Mimma Gangi, ex dipendenti di Nokia in Italia: “Le aziende non sono onlus, non fanno lavorare per benevolenza, ma quando ci sono le competenze è difficile capire il motivo dei licenziamenti. La nostra è un’azienda spietata che non prende in considerazione i suoi dipendenti” (GUARDA IL VIDEO)

I colloqui e i reclutamenti da McDonald’s
A Modena decine di ragazzi sono in fila per il colloquio da Mc Donald’s. Ne hanno già fatto uno preliminare online: «Socievole, estroverso, metodico, leader: siamo tutti profilati» scherza un ragazzo, mostrando un foglio dove vengono mappate le qualità di ogni candidato. In palio un contratto a tempo indeterminato. La maggior parte di loro sono giovani laureati o studenti di ingegneria e informatica: «Ci sono persone in questo momento che non hanno neanche la possibilità di friggere patatine» raccontano. Chi viene assunto va nelle cucine ed entra in una vera e propria catena di montaggio: «Qui tutto viene cronometrato» racconta una manager «40 secondi per la cottura della carne, 20 per il lavaggio delle mani». Di media, un dipendente addetto ai panini ne prepara 300 al giorno: «Il primo mese mi sognavo i cheeseburger». Il servizio di Giulia Cerino (GUARDA IL VIDEO)

C'era una volta la Sinistra

di Antonio Padellaro e Silvia Truzzi 12€ Acquista
Articolo Precedente

E-book: e se davvero Adobe spiasse i lettori di libri digitali?

next
Articolo Successivo

Web e diffamazione: il Senato rispolvera il bavaglio

next