Natale a Doha: non è il titolo dell’ultimo “cinepanettone”, ma la data e la sede della prossima Supercoppa italiana, che si giocherà tra Juventus e Napoli in Qatar. Una trasferta di quasi 5mila chilometri dettata dai petrodollari degli sceicchi: a quanto appreso da IlFattoQuotidiano.it, per portare nell’emirato un pezzettino di calcio italiano il Qatar sborserà addirittura 2,5 milioni di euro per una sola partita.

L’annuncio ufficiale è arrivato due giorni fa, in una conferenza stampa a Parigi presieduta dal numero uno della Lega, Maurizio Beretta, e da Khaled al-Sulaitein, presidente di Aspire Zone Foundation, società organizzatrice dell’evento. Dietro Aspire, però, c’è il sostegno della ricchissima Federcalcio qatariota (Qatar Football Association), presieduta dallo sceicco Hamad bin Khalifa bin Ahmad Al Thani, che è legata più o meno indirettamente anche alla proprietà del Paris Saint-Germain e ai Mondiali di calcio del 2022. E’ questa partnership a garantire il lauto accordo strappato dalla Lega: dei 2,5 milioni di gettone partita, il 10% finirà nelle casse di via Rosellini, e il restante 90% verrà diviso in parti uguali fra i club (che riceveranno dunque poco più di un milione a testa). A questi soldi, vanno aggiunti i proventi dei diritti tv (acquistati dalla Rai in un pacchetto più ampio comprensivo anche della Coppa Italia, e quantificabili nello specifico in circa 600-700mila euro), più una trasferta completamente a carico degli organizzatori, durante cui le società avranno anche modo di promuovere il proprio brand in Medioriente. Niente male, insomma, per una singola partita. Soprattutto considerando che lo stesso evento, giocato in Italia, sarebbe valso molto meno, visto che lo Juventus Stadium (il diritto di giocare in casa sarebbe spettato ai bianconeri, in qualità di vincitore della Serie A) ha una capienza di poco superiore ai 40mila spettatori e consente incassi abbastanza limitati.

L’estero sarà pure scomodo (nel 2013 ci furono grosse polemiche tra Lotito e Agnelli, perché la Juventus non voleva giocare in Cina), ma conviene. Così per la settima volta la Supercoppa si disputerà oltre confine: dopo Washington nel 1993, Tripoli nel 2002, New York nel 2003 e le tre edizioni a Pechino tra il 2009 e il 2012, stavolta tocca a Doha. Certo, anche in quest’occasione la sede esotica dell’evento avrà delle ripercussioni. In primo luogo sulla data: la Supercoppa, tradizionalmente prima partita della stagione, stavolta si giocherà in inverno. “In Qatar non si poteva certo giocare d’estate”, fanno sapere dalla Lega (a conferma dei tanti dubbi sulla collocazione dei Mondiali 2022). E poi, lasciato passare agosto (anche per l’impegno del Napoli nei preliminari di Champions), questa era diventata l’unica finestra disponibile nel calendario. Così il match è stato fissato a mercoledì 22 dicembre. Sarà l’ultimo impegno prima della sosta natalizia, e costringerà Juventus e Napoli ad anticipare il 16° turno di Serie A a giovedì 18, e disputare un vero e proprio tour de force sul campo: tra Champions League, Europa e Supercoppa, addirittura otto partite in un mese, dal 22 novembre al 22 dicembre.

E poi ci sarebbe anche un discorso d’immagine. Il Qatar è affamato di calcio e la Supercoppa italiana servirà agli emiri per dimostrare di essere in grado di ospitare grandi manifestazioni a livello internazionale, in vista dei prossimi Mondiali. Anche il presidente della Lega Beretta si è detto “grato per l’opportunità di poter esportare la Supercoppa in un Paese interessante e prestigioso“. In realtà, i recenti scandali non rendono il Qatar il luogo più adatto per promuovere il calcio italiano, se non altro per una questione etica: sulla Coppa del Mondo del 2022 pesano diverse ombre di corruzione (tanto che l’assegnazione potrebbe persino essere revocata). E nei lavori di preparazione sono morti decine di operai, per le condizioni disumane di sfruttamento che hanno provocato diverse denunce di violazione dei diritti umani. Vicende su cui sono tutt’ora in corso delle indagini, e che forse avrebbero dovuto allontanare il calcio italiano dal Qatar. Ma il legame dei soldi si è dimostrato più forte.

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