Dopo il primo contagiato negli Stati Uniti, crescono i timori di possibili casi di Ebola in Europa. Ieri (sabato 4 ottobre) un uomo, di cui non è stata diffusa né l’identità né la nazionalità, è stato ricoverato in serata all’ospedale Albert Schweitzer di Dordrecht, in Olanda. Il sospetto dei medici è che possa aver contratto il virus letale. Secondo il sito della tv pubblica olandese Nos, l’uomo è appena tornato da un viaggio in Sierra Leone

Il paziente ricoverato in Olanda non è il primo caso sospetto in EuropaSabato 4 ottobre è arrivato in Germania, a Francoforte, un secondo malato affetto dal virus, in condizioni molto critiche, mentre migliorano i due pazienti ricoverati in Francia e Germania. È stato infatti dimesso in buone condizioni l’uomo ricoverato cinque settimane fa ad Amburgo, un senegalese che si era ammalato lavorando in un laboratorio in Sierra Leone. Sta bene e non è più contagioso da molti giorni. Siamo molto contenti per lui e del fatto che possa tornare nel suo Paese”, ha fatto sapere il policlinico universitario Eppendorf. Ed è guarita e tornata a casa anche la giovane infermiera francese di Medici senza frontiere contaminata in Liberia. “È stata sottoposta a cure sperimentali“, racconta il ministro della Salute francese, Marisol Touraine, parlando della prima paziente curata in Francia dopo essere stata rimpatriata dalla Liberia il 19 settembre.

È invece in “condizioni critiche” Duncan Thomas, il primo caso diagnosticato negli Stati Uniti. Lo riferisce l’ospedale di Dallas dove l’uomo è ricoverato, il Texas Health Presbyterian Hospital, senza fornire ulteriori dettagli. Nei giorni scorsi la clinica ha fatto sapere che Duncan è in isolamento e le sue condizioni sono gravi ma stabili. Di ieri, quindi, il peggioramento. L’uomo è arrivato a Dallas dalla Liberia il mese scorso. Sale la polemica anche perché Duncan è stato dimesso dal pronto soccorso, dove era andato per uno stato di febbrile, due giorni prima del suo ricovero per Ebola. L’uomo potrebbe anche finire davanti alla giustizia sia americana che liberiana per aver mentito sul questionario sanitario alla partenza da Monrovia. Lo ha detto il procuratore di Dallas Craig Watkins. Duncan, nel questionario, ha negato di aver avuto contatti diretti con persone malate di Ebola, quando invece ha aiutato a trasportare in ospedale la figlia incinta di sette mesi di una coppia di amici. La giovane donna, infettata dal virus e ormai in fin di vita, è stata respinta per mancanza di letti disponibili ed è poi morta nel giro di poche ore.

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