“La libreria si può ancora salvare, basterebbe un industriale napoletano che la voglia far rinascere”. A 83 anni Mario Guida, uno dei fratelli delle storiche librerie Guida di Napoli, non si rassegna. Mentre una folla di centinaia di persone si accalca nelle sale del locale di Port’Alba, nel centro storico della città, a caccia di libri a prezzi stracciati, lui si ostina a parlare di rinascita della sua attività. In due giorni – ma probabilmente ne serviranno di più – bisognerà vendere con ribassi fino al 70% gli oltre centomila libri e gli arredi ancora presenti nella libreria che nello scorso secolo ha ospitato le presentazioni dei libri di Kerouac, Montanelli, Ginzberg, Bocca, Eco, Giorgio Napolitano, e i quadri di Warhol. Le vendite serviranno a ripianare i 2,4 milioni di euro di debito che la società ha contratto. “Oggi sono rimasto a casa – dice Mario Guida – sarebbe stato troppo doloroso assistere a uno scempio di quel genere. E’ una cosa che mi farebbe troppo male, ho un’età non mi conviene”. Un sentimento di tristezza condiviso anche da chi ha approfittato della svendita per acquistare libri: “Il fallimento di questa libreria è la fotografia della Nazione”, dice un ragazzo, “è terribile, la situazione è tristissima”, commenta un’altra. “E’ un modo per noi giovani di comprare qualche classico che non ci è accessibile di solito, ma è triste vedere una libreria piena solo perché sta svendendo tutto”. Guida a Port’Alba chiuse i battenti già lo scorso anno. A nulla sono servite le sollecitazioni di Giorgio Napolitano al ministero dei beni culturali (dal 1983 la libreria è ‘Bene Culturale dello Stato‘), e alla Soprintendenza per aiutare la società a evitare il fallimento  di Andrea Postiglione

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