A scuola non sono ancora arrivati gli educatori: il Comune, la settimana scorsa non aveva ancora stanziato i fondi per l’assunzione”. (Stefania, Milano).
“Mia figlia Anita è affetta da cardiopatia congenita grave e da ritardo psicomotorio. Pur avendo vinto il ricorso al Tar (ordinanza n.13182/2013) per il riconoscimento delle ore di sostegno, ad oggi dopo una settimana dall’inizio dell’anno scolastico nostra figlia è ancora priva della presenza dell’insegnante di sostegno. La bambina frequenta la classe seconda elementare presso l’Istituto di via di Padre Lais 9 a Roma. Nonostante le nostre rimostranze al dirigente scolastico – che afferma di non aver ricevuto ancora le nomine dal Miur e pertanto di non essere in grado di far fronte alla necessità di nostra figlia – l’insegnante non c’è”. (Stefania, Roma)

“Sono la mamma di uno studente disabile che utilizza una sedia a rotelle. Fino a giugno dello scorso anno la Provincia di Campobasso tramite l’Unitalsi molisana metteva a disposizione degli studenti disabili provenienti dai paesi un pulmino (acquistato con finanziamenti regionali nel 2012) con personale del servizio civile che li accompagnava dal terminal della città ai vari licei. Quest’anno il pulmino non è autorizzato dalla Provincia a fare questo servizio per rimbalzi di competenze tra Provincia e Regione. Non perché non ci sono fondi ma per stupidi litigi burocratici tra i vari assessori e consiglieri. Risultato: mio figlio ancora non può frequentare regolarmente il terzo liceo e come lui altri 120 ragazzi della provincia. Ho provato ad accompagnare mio figlio con i mezzi pubblici, ma trovare un autobus con la pedana è difficilissimo. E quando finalmente ne ho trovata una che funzionava, era talmente ripida che il povero autista ha dovuto alzare manualmente la sedia altrimenti si ribaltava. Concludo: è possibile che sia questa l’Italia in cui viviamo? Questa email era già stata inviata a tutti i massimi esponenti politici, al presidente della Repubblica, anche a Renzi: nessuno risponde”. (Anna).

Sono solo tre delle segnalazioni giunte all’associazione Tutti a scuola (www.tuttiascuola.org), in una settimana cioè da quando, in collaborazione con il Fatto Quotidiano, è partita la campagna #scuolaxtutti. Quest’anno molti ragazzi e bimbi con handicap non hanno potuto iniziare la scuola, causa tagli, patti di stabilità e altre simili italiche amenità. È molto difficile scrivere di questo argomento senza scadere nella retorica: per questo abbiamo scelto di dare voce ai genitori. Proveremo solo a dire che sarebbe ora di applicare la Costituzione (“la scuola è aperta a tutti”, “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale”) e di ricominciare a tutelare i più deboli (cari compagni della sinistra che fu, c’è qualcuno in ascolto?). Questa iniziativa non è una campagna di sensibilizzazione. L’idea è raccogliere tutte le storie di scuola negata e farne un dossier da consegnare ai nostri governanti, impegnati in improbabili giochi di prestigio istituzionali. Magari non servirà, ma almeno ci abbiamo provato: l’indirizzo cui inviare le vostre storie è info@tuttiascuola.org

Da Il Fatto quotidiano del 21 settembre

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