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Rifiuti: a rovistare nei cassonetti si rischia, ed anche grosso

Rifiuti: a rovistare nei cassonetti si rischia, ed anche grosso
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Fino a qualche tempo fa rovistare nei rifiuti in cerca di qualcosa da riutilizzare o da commerciare in qualche mercatino era attività riservata a rom o extracomunitari. Oggi non è raro vedere persone insospettabili che sperano di trarre qualche mezzo di sostentamento persino dal cassonetto della raccolta indifferenziata.

Se questo è un aspetto brutto e preoccupante della crisi che attanaglia la società (dieci milioni oggi i poveri secondo l’Istat), è anche vero che queste persone svolgono un’attività che si può definire “socialmente utile”, visto che nei cassonetti dell’indifferenziata ci finisce ancora di tutto e di più. Alla faccia di chi sostiene che la cultura ambientale è cresciuta. Ma dove?

A Torino, l’Ipla s.p.a. (strutture tecnica di riferimento per Regione Piemonte, Valle d’Aosta e Comune di Torino) ha calcolato che nel pattume cittadino “solo 23 chili su 100 sono davvero immondizia. Il resto è tutto buono e capace di rinascere: 26 chili di carta, 14 chili di plastica, 2,7 di ferro e alluminio, 4,9 di vetro, 28 di organico.” E sicuramente i raccoglitori “pascolano” proprio in mezzo a questa materia che non dovrebbe finire né in discarica né nell’inceneritore.

Eppure, a termini di diritto, chi, dopo aver rovistato, si appropria di beni abbandonati nei cassonetti commette un reato. Proprio così, perché il bene, nel momento in cui viene gettato nel cassonetto, diventa di proprietà comunale e se io lo sottraggo, commetto un furto ai danni proprio del Comune.

Il Codacons, proprio lui, l’anno scorso depositò addirittura un esposto alla Procura della Repubblica di Roma contro chi rovistava nei cassonetti e contestualmente inviò una diffida al Comune di Roma affinché vigilasse maggiormente in proposito. “Le persone che frugano nei cassonetti commettono un reato e rappresentano una forma di degrado inaccettabile” (testuale).

 E comunque non mancano i Comuni che hanno emanato regolamenti di polizia urbana o provvedimenti ad hoc che prevedono sanzioni amministrative nei confronti dei rovistatori, quasi poi che chi va a rovistare nei rifiuti abbia poi la capacità economica di pagare la relativa, spesso salata, sanzione…

Per quanto mi riguarda, posto che guardo con simpatia e partecipazione a chi rovista nei rifiuti, mi autodenuncio. Più volte ho trovato cose utilissime nei cassonetti dell’indifferenziato.

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