Dai Dilettanti alla Serie B, senza passare per la Lega Pro. È la pazza idea del Matera, che in questi giorni ha presentato ufficialmente domanda di iscrizione al campionato cadetto, provando ad inserirsi nel buco normativo aperto la scorsa settimana dall’Alta Corte di giustizia. La vicenda è ormai nota agli appassionati: la Serie B, che in un primo momento avrebbe dovuto essere a 21 squadre dopo il fallimento del Siena, è tornata a 22.

Il Coni ha ristabilito il numero delle partecipanti ma, un po’ come Ponzio Pilato, ha preferito lavarsi le mani sulla decisione più impegnativa (ovvero scegliere quale sarà la ventiduesima squadra). E questo ha scatenato una vera e propria guerra per il ripescaggio. In prima fila, probabilmente favorito, c’è il Novara, che l’anno scorso è retrocesso in Lega Pro ai playout contro il Varese: sono stati i piemontesi a presentare ricorso al Collegio di garanzia e a ottenere l’allargamento a 22 del torneo (senza però vedersi reinseriti in automatico come chiedevano). Quindi, subito dietro, la Juve Stabia (retrocessa come ultima la scorsa stagione), che pure aveva presentato un’istanza (respinta) al Coni: i campani sostengono di essere gli unici con i requisiti necessari all’iscrizione in B, perché le norme statutarie sul ripescaggio escludono chi negli ultimi tre anni è incorso in sanzioni per illecito sportivo (caso appunto del Novara, penalizzato nella stagione 2012/2013 per il coinvolgimento nel calcioscommesse).

Adesso, però, il novero delle pretendenti si moltiplica: anche il Matera, che l’anno scorso ha vinto il campionato dilettanti guadagnandosi la promozione nella nuova Lega Pro a divisione unica, sogna il salto fra i Cadetti, dove ha giocato una sola volta nella sua storia, nel lontano 1979-1980. Le argomentazioni dei lucani le ha spiegate il patron Saverio Columella in un apposito comunicato sul sito ufficiale: “Tutti i club sono sullo stesso piano: si tratta di scegliere quale squadra di Lega Pro debba essere ammessa in Serie B, e fra queste ci sono tanto il Novara e la Juve Stabia, retrocesse lo scorso anno dalla B, quanto il Matera promosso dai dilettanti”. Questo il pensiero del presidente, che chiede alla Figc di stabilire criteri “trasparenti e obiettivi”, e in caso contrario minaccia il ricorso alla giustizia amministrativa.

In effetti l’intromissione del Collegio di garanzia ha generato grande confusione: non soltanto non ha indicato chi debba giocare in Serie B, ma ha anche specificato che si tratta di una “reintegrazione”, e che le norme vigenti in materia di ripescaggio non sono applicabili in quanto validi “ai soli fini del procedimento fino a 20 squadre” (mentre qui sono 22). C’è da scegliere una società, ma non si sa in base a quali principi. Una bella patata bollente per la nuova Figc di Carlo Tavecchio. E infatti il presidente della Serie B, Andrea Abodi, non ha mancato di sottolineare i problemi creati dal pronunciamento dell’Alta Corte, parlando di sentenza “poco lineare” e di “grave lesione dell’autonomia della Lega e della Federazione”.

Il danno, però, ormai è fatto. E domani (lunedì 18 agosto) il Consiglio federale dovrà pronunciarsi anche su quest’argomento. Per il momento dai corridoi di via Allegri filtra solo che si tratta di un “procedimento complesso”. E il tentativo del Matera non fa altro che evidenziare l’assenza di regole certe a cui appigliarsi. “Abbiamo tutti i requisiti finanziari, organizzativi e logistici”, sostiene la società della città dei Sassi. Di certo, difficilmente la Federcalcio potrà stabilire dei criteri che prescindano dal merito sportivo: per questo il Novara (retrocesso ai playout) sembra comunque favorito sulla Juve Stabia, sul Lecce (che l’anno scorso ha perso la finale playoff di Lega Pro, e pure ha presentato domanda) e sul Matera. Ma in Basilicata ancora ci sperano, e il presidente Columella rilancia: “Siamo disponibili anche a confrontarci sul campo con le altre pretendenti”. Uno spareggio per la Serie B, a dieci giorni dall’inizio del campionato: ennesima provocazione per un rebus sempre più complicato col passare delle ore.

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