Si chiama Darren Wilson ed è nelle forze di polizia da sei anni l’agente che il 9 agosto ha sparato e ucciso il 18enne di colore Michael Brown a Ferguson, nel Missouri. A rivelare il nome del responsabile è stato il capo della polizia, Thomas Jackson, che in conferenza stampa ha spiegato che il ragazzo e l’amico Dorian Johnson erano sospettati di aver rubato una scatola di sigari da 48,99 dollari. Sospetti corroborati, secondo Jackson, dal contenuto delle riprese di alcune telecamere a circuito chiuso installate nel minimarket teatro della rapina. Resta il fatto che, secondo diversi testimoni, il giovane era disarmato e aveva le mani in alto quando Wilson lo ha affrontato e gli ha sparato “diverse volte”. La sua morte ha provocato forti proteste da parte della comunità afroamericana e scontri con le forze dell’ordine, il cui comportamento giovedì è stato censurato dal presidente Barack ObamaGiovedì notte, poi, si sono svolte veglie e cortei pacifici di protesta in oltre 90 città. E a Ferguson gli scontri stanno continuando: subito dopo la rivelazione del nome dell’agente e il presunto coinvolgimento della vittima nel furto, i manifestanti si sono radunati per sfilare di nuovo. Con le mani alzate e al grido di “Hands up, don’t shoot” e “Peace”, chiedono perché la polizia abbia deciso di rivelare che Brown sarebbe coinvolto in un furto solo sei giorni dopo la sua uccisione. 

Il capo della polizia, durante la conferenza stampa presso un distributore di benzina dato alle fiamme durante le proteste, ha presentato relazioni e documenti per provare il presunto coinvolgimento dei due ragazzi nel furto dei sigari e ha ricostruito quello che è accaduto il 9 agosto. L’agente Wilson, ha riferito, è stato chiamato sul posto poco prima di mezzogiorno dopo la segnalazione al 911 di una rapina “dalle maniere forti”. Alle 12:01 ha incontrato Brown e un altro uomo. Uno dei due avrebbe spinto il poliziotto nell’auto di pattuglia e lo avrebbe aggredito all’interno del veicolo cercando di prendergli l’arma di servizio. Stando a questa versione, dentro l’auto sarebbe stato esploso almeno uno sparo. Poi la lite si sarebbe trasferita in strada, dove Brown sarebbe stato raggiunto da diversi colpi di arma da fuoco. Molto diversa la versione fornita dai testimoni. Dorian Johnson ha raccontato che l’agente avrebbe ordinato a lui e Brown di spostarsi dalla strada, poi avrebbe aperto lo sportello così vicino ai due da farlo rimbalzare indietro. Irritato, avrebbe allora afferrato il collo di Brown e provato a trascinarlo dentro l’auto, per poi sparargli. Brown, disarmato, avrebbe cominciato a correre e il poliziotto lo avrebbe inseguito, colpendolo ancora diverse volte. Sia Johnson sia un altro testimone hanno riferito che il giovane ucciso era sulla strada con le mani alzate quando il poliziotto ha sparato ripetutamente contro di lui. 

Prima ancora del discorso di Obama contro l'”uso eccessivo della forza” da parte della polizia il governatore del Missouri, il democratico Jay Nixon, aveva annunciato il trasferimento della responsabilità sulle operazioni antisommossa dalla polizia locale a quella stradale dello Stato del Missouri.

Articolo Precedente

Iraq, l’esperto: “Obama ha lasciato il Paese a se stesso, i militari lo avevano avvertito”

next
Articolo Successivo

Usa, dopo il caso Ferguson gli Stati Uniti scoprono la militarizzazione delle proprie strade

next