“Siamo qui dopo 14 anni: stesso mese e, purtroppo, stesso punto critico per l’Unità”. Esordisce così Bianca Di Giovanni, del comitato di redazione del quotidiano, all’incontro con la stampa organizzato alla sede del giornale a Roma. Un tentativo di accendere i riflettori su una crisi aziendale giunta a un punto drammatico, come già avvenuto nel 2000 quando il quotidiano di sinistra (e oggi organo del Pd) cessò le pubblicazioni. “O arriverà un’offerta per rilevare la testata entro fine luglio – dichiarano dal Cdr -, o il quotidiano fondato da Antonio Gramsci chiuderà i battenti”. Se dovesse riaprire, dopo l’eventuale fallimento, rischierebbe di farlo comunque con una redazione ridotta e stravolta. Intanto i giornalisti assunti “non ricevono lo stipendio da aprile, mentre ad alcuni collaboratori non vengono pagati da un anno”. Nonostante molti rappresentanti del Pd fossero stati invitati all’assemblea, nessun era presente all’incontro. Perché, è stato detto all’assemblea, “impegnati in una votazione in Parlamento” di Mauro Episcopo e Alessio Schiesari
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