Eroina della Resistenza, consigliera comunale e deputata della Repubblica. Si è spenta nella sua casa torinese Bianca Guidetti Serra. Avrebbe fatto 95 anni ad agosto. “Ho avuto l’onore di conoscerla e di instaurare con lei un rapporto di amicizia durante gli anni in Consiglio Comunale – ha ricordato il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino – è stata una figura di altissimo rigore morale e intellettuale, uno dei pilastri della Torino della Resistenza e della Costituzione, di quella Torino che non si è voluta piegare di fronte ai poteri forti e alle ingiustizie sul piano politico e sociale”. 

Nata a Torino il 19 agosto del 1919, da un avvocato civilista e una sarta di famiglia operaia, Bianca Guidetti Serra fu amica di Ada Gobetti e Primo Levi. Aveva studiato nel liceo classico D’azeglio del capoluogo piemontese e poi si era laureata in Lettere. Nel 1943 aveva aderito al Partito comunista italiano (dal quale uscì nel ’56). Durante la II° Guerra Mondiale organizzò insieme ad altri i “Gruppi di difesa della donna e per l’assistenza ai combattenti della libertà”. Partecipò attivamente alla Resistenza stampando e diffondendo clandestinamente i bollettini partigiani e organizzando comizi clandestini. Dopo le leggi razziali si adoperò con il futuro marito, l’avvocato Alberto Salamoni, per aiutare gli ebrei, considerati di “nazionalità nemica” dalla Repubblica Sociale italiana.

Nel 1947 iniziò la professione legale. Nel corso della sua carriera difese decine di militanti politici degli anni ’60-’70 e fu impegnata nei processi alle Brigate Rosse e alla banda Cavallero.

Entrò per la prima volta nel Consiglio comunale di Torino nel 1985, candidata fra le fila di Democrazia Proletaria. Qui si occupò principalmente di diritti carcerari e del reinserimento dei detenuti nella società. Nel 1987 si dimise da consigliere per presentarsi, come indipendente, alle elezioni per la Camera dei Deputati. In Parlamento “Bianca La rossa”, come era stata soprannominata, prese parte alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla mafia e sulle altre associazioni criminali e si occupò della tutela dei più deboli: minori, carcerati e lavoratori. Nel 1990 fu eletta nuovamente al Consiglio comunale di Torino, come indipendente per il Partito Democratico della Sinistra. 

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