Del patrimonio accumulato prima di diventare presidente della Regione Veneto nessuno ne tiene conto, tanto meno la Guardia di Finanza“. Giancarlo Galan si difende in una conferenza stampa, indetta a Montecitorio, a Roma, contro le accuse che gli vengono rivolte dalla magistraturta sullo scandalo tangenti per il Mose di Venezia: “La somma fiscale netta delle mie entrate dal 1987 dal 1991 è stata di un milione e 326mila euro. Sono gli anni che sono esclusi dalla sommatoria dei finanzieri. Ero un dirigente di una società privata che fatturava miliardi di lire, non un negozietto”. E, dopo aver smentito di avere “18 conti correnti”, di avere interessi in Indonesia sul gas e di possedere due banche e non dieci, aggiunge: “Io ho un attivo di 702 mila e rotti euro, non sono nato entrando in politica eppure del patrimonio accumulato prima nessuno ne tiene conto, soprattutto la Guardia di Finanza” che calcola solo l’imponibile da quando sono in politica, è l’unica voce che la GdF mette a mio carico, ma si dimentica altre voci che sono il 70-80% del reddito”  di Manolo Lanaro

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