“Il nostro livello di violenza legata alle armi è fuori controllo. Non c’è nessun Paese al mondo dove succedono questo tipo di cose”. Barack Obama è durissimo, come durissimo è stato altre volte, nel commentare morti e violenze dovute all’uso delle armi negli Stati Uniti. Nel giorno dell’ennesima sparatoria in una scuola americana – in Oregon, alla Reynolds High School di Troutdale, dove un ragazzo di 14 anni è stato ucciso e un professore ferito – il presidente ha ricordato il potere della lobby delle armi e il fallimento di tutti i suoi tentativi di fissare regole più severe all’acquisto di pistole e fucili.

Le dichiarazioni di Obama sono arrivate durante un incontro organizzato alla Casa Bianca dalla piattaforma di microblogging, Tumblr. Si doveva parlare, e si è parlato, dei debiti che gli studenti americani sono costretti a contrarre per poter portare a termine gli studi – e che spesso pesano sul prosieguo delle loro vite. A un certo punto è però arrivata la domanda di uno studente della University of California, Santa Barbara, dove il mese scorso sei ragazzi sono stati uccisi da un 22enne, Elliot Rodgers, che nel passato aveva dato segni di grave instabilità psichica, segnalati dalla stessa famiglia, e che ciò nonostante ha potuto comprare legalmente un’arma.

“Che cosa pensa di fare, presidente Obama? Che cosa possiamo fare tutti noi?”, ha chiesto il ragazzo della University of California. E qui Obama ha articolato una risposta dura, insolitamente dura ed emotiva per un politico conosciuto per la misura dei suoi interventi pubblici. “C’è bisogno di un enorme cambiamento nell’opinione pubblica”, ha spiegato Obama, che spinga il Congresso a reagire e legiferare. “Un Congresso – ha aggiunto il presidente – dove deputati e senatori sono terrorizzati dalla NRA”, la National Rifle Association, la lobby delle armi. Il presidente americano ha ricordato come la sua richiesta più importante al Congresso, una legge federale che sottoponga gli acquirenti di armi a una serie di controlli prima dell’acquisto, non è passata al Congresso. E questo dopo che 20 bambini di sei anni erano stati massacrati in una scuola a Newtown, in Connecticut. “Sino a che non ci sarà questo fondamentale cambiamento nell’opinione pubblica – ha spiegato Obama – sino a quando la gente non dirà, ora basta, questo non è accettabile, non è normale, non è il prezzo che dobbiamo accettare per la nostra libertà, le cose sono destinate a non cambiare”.

A chi continua a dire che il problema non è la vendita delle armi ma presunti “pazzi”, Obama ha ricordato che “gli Stati Uniti non hanno il monopolio dei pazzi”. Il problema non sono le persone, ha ricordato Obama, sono le leggi: “Non siamo l’unico Paese dove ci sono gli psicotici. Eppure ci uccidiamo a livelli che non hanno confronto con nessun altro posto. Qual è la differenza? La differenza è che qui da noi i ragazzi possono riempirsi la casa di pacchi di munizioni”. Mentre Obama parlava alla Casa Bianca, a Troutdale, Oregon, una cittadina di 16 mila persone al confine sud con lo Stato di Washington, erano in corso le indagini sulla sparatoria nella Reynolds High School. La vittima, Emilio Hoffman, aveva 14 anni, ed è stata uccisa negli spogliatoi della palestra della scuola da un altro ragazzo, che ha sparato anche a un professore, rimasto ferito, prima di uccidersi. Nella scuola, nei mesi scorsi, erano stati sperimentati sistemi di primo intervento per evitare il verificarsi di massacri di massa. Dopo la sparatoria, la polizia ha fatto partire una serie di controlli nelle camere degli studenti e uno di questi è stato arrestato per possesso illegale di un’arma.

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