Dopo un solo anno di attività e nonostante un buon successo di pubblico – 2.500 iscritti per 40 Renault Twizy – il servizio di car sharing elettrico Bee è pronto a lasciare Napoli perché l’amministrazione comunale ha revocato, a partire dal 1° giugno, il permesso gratuito per circolare in centro e sulle corsie preferenziali e, soprattutto, ha negato ai veicoli della flotta la possibilità di parcheggiare gratuitamente nelle strisce blu. Lo riporta il sito del quotidiano partenopeo Il Mattino, che raccoglie la frustazione di Valerio Siniscalco, ingegnere e amministratore delegato di Nhp, proprietaria della società Bee-Green mobility sharing: “Il nostro è un progetto davvero innovativo, pensato per Napoli. La cosa incredibile è che le altre città ci corteggiano, mentre casa nostra ci respinge”, ha continuato, facendo riferimento al servizio del Comune di Milano, EQ Sharing, gestito dalla stessa società. “Sarebbe stato meglio dichiarare dall’inizio la mancanza di interesse dell’amministrazione verso il progetto, invece di partecipare a conferenze stampa di presentazione del servizio. Non ci avrebbero fatto perdere tempo e denaro”.

Secondo Siniscalco, infatti, prima di lanciare Bee, l’azienda ha interloquito con l’ex assessore alla Mobilità Anna Donati e il suo staff, incontrato il sindaco de Magistris e il vicesindaco Sodano, i funzionari comunali, discusso con le ex municipalizzate, pianificato la diffusione sul territorio. Ora, per continuare ad accedere alla Ztl, la Nhp dovrebbe sborsare 100 euro l’anno a vettura, ma resterebbe comunque il problema dei posteggi: anche la proposta di Bee di pagare una tariffa forfettaria per l’utilizzo delle strisce blu è stata rifiutata.

Il nodo della questione lo tocca lo stesso Siniscalco in un altro punto dell’intervista al Mattino: “Napoli otterrà un car sharing sperimentale che offre solo 4 stazioni (contro le nostre 33) e 12 vetture (contro le nostre 40 attuali). Questo sì, può usare le strisce blu”. L’amministrazione comunale, infatti, al servizio privato Bee preferisce Ci.ro. (abbreviazione di “city roaming”, foto in basso), sviluppato dall’ente no profit Napoli Città Intelligente con il patrocinio del Comune di Napoli e il finanziamento del ministero dell’Istruzione, attivo in via sperimentale da marzo. Quello che lascia perplessi, in questa vicenda, è che i due sistemi potrebbero essere complementari, perché il tipo di vettura utilizzato è molto diverso: quadricicli biposto per Bee, vere e proprie automobili elettriche per Ci.ro. (Renault Zoe, Fluence, Kangoo). A Milano e Roma coesistono diversi sistemi di car sharing che mettono a disposizione centinaia, se non migliaia, di vetture: possibile che a Napoli si scateni una guerra all’ultimo permesso per 62 veicoli?

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