Meglio di cerotti e gomme da masticare alla nicotina. Meglio persino di tanti altri metodi propagandati su Internet e sempre più spesso sui social media. Le sigarette elettroniche sarebbero molto più efficaci per smettere di fumare. Questa la conclusione di uno studio dell’University College di Londra che si è basato su oltre 6mila casi di persone seguite dai medici nel loro tentativo di porre fine all’uso delle “bionde”.

La notizia, diffusa in anteprima questa mattina dal Guardian, è poi rimbalzata, a studio diffuso grazie alla rivista Addiction (“Dipendenza”), sui principali siti informativi britannici. Perché il risultato dell’indagine pare in effetti dirompente, anche considerando l’opposizione di una parte del mondo scientifico che ha sempre ritenuto l’e-cig inutile e dannosa, in quanto non in grado di far passare l’abitudine di tenere una sigaretta in mano. 

L’annuncio sul sito dell’Ucl è ancora presente. All’inizio del 2014 l’università cercava volontari da seguire, maggiorenni e desiderosi di smettere di fumare. Sia persone che fumassero ancora in entrambe le modalità – “analogica” ed elettronica – sia persone che avessero deciso di provare solo con questi ritrovati tecnologici oppure solamente con cerotti e gomme alla nicotina. Ora, appunto, il risultato, che va anche contro le leggi di molti paesi – e della regione del Galles nel Regno Unito – che già da qualche tempo hanno bandito le sigarette a batteria dai luoghi pubblici, considerandole “normalizzatrici” dell’uso del tabacco.

Lo studio dell’University College non ha comunque smentito il metodo dell’Nhs, il servizio sanitario nazionale britannico, che da anni offre gratuitamente a chiunque ne faccia richiesta supporto per smettere di fumare. Ma la ricerca ha anche stabilito che, dei metodi “fai da te”, quello della sigaretta elettronica pare essere il più efficace.  

Nel Regno Unito, al momento, oltre due milioni di persone ricorrono alle e-cig, il doppio rispetto a due anni fa. “Un loro utilizzo potrebbe salvare milioni di vite”, dicono ora gli esperti del centro di ricerca, guidati dal professor Robert West, a capo del dipartimento di epidemiologia e salute pubblica e uno dei più rinomati esperti del settore. Secondo il Guardian, che lo ha intervistato, West ha dichiarato che “non prendo soldi dalle aziende produttrici di sigarette elettroniche e non li prenderò mai”, mettendo a tacere le voci complottiste che di solito addebitano agli interessi commerciali l’uscita di tali studi. La ricerca apparsa su Addiction del resto pare essere definitiva su un dato che si basa su un campione molto ampio: chi usa la e-cig ha una probabilità di smettere superiore del 60% rispetto a chi usa altri metodi di rimpiazzo oppure fa affidamento solamente sulla forza di volontà. Sempre intervistato dal Guardian, il professore ha poi aggiunto che “questa non sarà una buona notizia per l’industria del tabacco, che vuole continuare a venderlo. Loro, semplicemente, vogliono che questi strumenti spariscano”. Ora nel Regno Unito si ipotizza che anche il servizio sanitario nazionale possa cominciare a utilizzare le sigarette elettroniche per cercare di debellare la piaga del tabacco. Che, nel Regno Unito, si abbina a quella dell’alcol, considerando che un britannico su quattro consuma regolarmente birra, vino e liquori in eccesso, come certifica lo stesso Nhs.

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