Se è vero che si stava meglio quando si stava peggio, per la politica italiana c’è una speranza: la Democrazia Cristiana. Già, a volte ritornano. A sentir loro (a Milano, alla riunione del consiglio nazionale del partito), la riorganizzazione è a un ottimo punto: “abbiamo migliaia di tesserati in tutta Italia”. Impossibile sapere il numero preciso: “Stiamo facendo un censimento proprio in questo periodo”. E, puntualizzano, “il partito non è mai morto”, quindi “non si può parlare di rinascita”. Ammettono anche di essere incappati in “qualche errore di percorso”, salvo spiegare che “dagli errori si impara”. Il segretario nazionale Angelo Sandri nel suo lungo discorso introduttivo ha parlato di legge elettorale, dei “ricatti dei grandi partiti” e delle manovre per escludere e cancellare la storia democristiana. Poi, al microfono de ilfattoquotidiano.it, rivendica con orgoglio i valori che hanno fatto grande lo scudo crociato, invitando a diffidare dalle imitazioni. Alla riunione milanese si è presentato anche l’ex deputato democristiano (nona e decima legislatura) Carlo Senaldi, in corsa per una poltrona al Parlamento europeo nella lista di Fratelli d’Italia: “Se votate me, votate Dc”, spiega, precisando: “In Fratelli d’Italia ho trovato tanti dei valori storici della Dc”  di Alessandro Madron

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