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Storie Vere: primo maggio, un mughetto europeo a Parigi

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Primo Maggio a Parigi: uno squarcio di sole proprio dietro il Beaubourg, all’angolo tra le vie Renard e Rambuteau, al confine tra il III e il IV arrondissement. La mattinata è chiara, quasi mite. La rue Rambuteau, popolare e commerciale, è affollata. Diversi banchetti sul marciapiede propongono i mughetti con una rosa e l’adesivo della bandiera europea: 3 euro, un’ ‘offerta militante’ per il partito comunista, che, come Front de Gauche, si presenta alle elezioni con lo slogan “Stop all’Europa della finanza. Gli esseri umani prima di tutto”.

E’ la scena più di sinistra che ho finora colto in questa campagna europea 2014: dietro il banchetto, giovani volontari, che porgono il rametto, incassano l’offerta e consegnano un volantino con dieci buone ragioni per votare il 25 maggio (e, ovviamente, votare Front de Gauche). Patrick Le Hyaric, il capolista, direttore de l’Humanité –sì, lo storico giornale della sinistra francese esiste ancora!-, è un deputato europeo del Gue, il Gruppo della sinistra unita, che sostiene la candidatura a presidente della Commissione europea di Alexis Tsipras.

La gente fa la fila per acquistare la baguette nella panetteria lì accanto e, uscendo, compra i mughetti: una tradizione, qui, il Primo Maggio, antichissima, oltre il limitare tra paganesimo e cristianesimo. Sinonimo di felicità e portafortuna, il mughetto è pegno d’amore e segno d’amicizia.

Nel 1561, un re di Francia, Carlo IX, istituzionalizzò l’abitudine d’offrirne un rametto come portafortuna, proprio il Primo Maggio. E quando la giornata divenne la Festa dei Lavoratori –in Europa, ufficialmente nel 1889-, il mughetto, in Francia, fu associato alla ricorrenza: fino a poco tempo fa, la vendita dei rametti era esclusiva del Partito comunista francese.

Oggi, non è più così. Ma la gente di rue Rambuteau, radical chic, alternativi, marginali, etnicamente assai diversificati, privilegia il banchetto dell’ ‘offerta militante’. Abitudine, magari; o simpatia per quei ragazzi; o la percezione, magari solo l’illusione, che l’Europa della democrazia, della pace e del disarmo, della cooperazione e della solidarietà, passi anche per quel mughetto. Oltre che per il voto del 25 maggio.

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