Matteo Renzi torna a rispondere alle domande dei cittadini su Twitter. Sala conferenze stampa di Palazzo Chigi vuota, un computer e un comizio davanti alle telecamere che hanno trasmesso in streaming l’evento. “Pronti per il #matteorisponde?“, aveva scritto sul social network il presidente del Consiglio poche ore prima. “Torniamo ai vecchi tempi: dalle 14 alle 15 sarà online”. Un’ora di botta e risposta con gli utenti via internet durante i quali il leader ha risposto a diverse questioni da Alitalia, all’approvazione del disegno di legge sulla penalizzazione del voto di scambio fino all’iniziativa di introdurre gli 80 euro in busta paga ai cittadini. Dopo la conferenza stampa di venerdì scorso con i tweet proiettati sulle slide, il presidente del Consiglio è tornato in rete tra tentativi di ironia con gli utenti, slogan elettorali e risposte che riguardano le politiche concrete del governo. Ma l’iniziativa lascia spazio a nuovi attacchi e polemiche. “Matteo esci da questo twitter“, ha commentato il deputato Marco Baldassare facendo il verso al premier che, nel corso delle consultazioni per la formazione del suo governo, rivolto a Beppe Grillo, disse: “Esci da questo blog”.

Ma non è la sola polemica con i 5 Stelle. “Cosa rispondiamo a Di Maio (Luigi, vicepresidente M5s della Camera; Ndr) che fa polemica sul tuo stipendio?”, è una delle domande ricevute dal presidente del Consiglio. “Prende il doppio di me”, ha risposto, “ma non farei polemiche con nessuno. Sorridere costa meno”.

Il premier ha difeso l’intervento degli 80 euro in busta paga, ribadendo che “non si tratta di campagna elettorale”. E ha promesso un intervento per chi non riceverà i soldi: “Ho preso un impegno con le partite Iva, gli incapienti e i pensionati di proseguire il lavoro iniziato con i dipendenti di abbassamento delle tasse”.

 

Sui costi della politica, ha annunciato nuovi interventi. “Perchè non tagliate anche gli stipendi dei parlamentari?”, è stata la domanda di un utente. “Facciamo di più. Tagliamo direttamente il numero dei parlamentari” con la riforma del Senato.

 

Ha poi ricordato l’impegno del governo sulla vicenda Marò. “Seguiamo la vicenda dei marò tutti i giorni. Suggerirei però di toglierla il prima possibile dalla campagna elettorale. E’ sbagliato”. Ha detto poi il premier. “Chiediamo che il processo venga fatto sulla base delle regole internazionali e sulla base del diritto”.

Alcuni utenti hanno anche chiesto conto degli interventi sull’edilizia scolastica. “Abbiamo ricevuto 4500 richieste”, ha risposto Renzi. “Abbiamo tolto dal patto di stabilità gli interventi sulla scuola. Saranno 3,5 miliardi di euro”.

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