Migliaia di persone hanno sfilato questa mattina per le strade di Casal di Principe, in provincia di Caserta, per ricordare don Peppe Diana nell’anniversario della sua uccisione per mano della camorra. Vent’anni dopo la sua morte studenti da tutta Italia, associazioni, rappresentanti delle Istituzioni, hanno marciato per le strade e i luoghi simbolo della vita del sacerdote anticamorra, dallo stadio comunale fino al cimitero dove è sepolto. “A Casal di Principe ora si sta meglio – dice Adolfo Diana, fratello di Don Peppe – anche grazie agli arresti eccellenti messi a segno dalle forze dell’ordine”, “allora c’era un’omertà incredibile, ora non più”, ricorda Giuseppe Miele, fratello di un’altra vittima innocente di camorra, Pasquale. “I risultati in questi anni ci sono stati e di progressi ne sono stati fatti soprattutto in campo giudiziario”, commenta invece Franco Roberti, Procuratore Nazionale Antimafia, “ora bisogna che lo Stato risponda bene all’apertura di fiducia della gente”. Eppure per Maria Di Bona, figlia di un’altra vittima innocente della Camorra, il problema è che “ci sono ragazzi da tutta Italia, ma i casalesi presenti in piazza a ricordare don Peppe sono pochi“. Ed effettivamente, molti cittadini di Casale restano ai margini della manifestazione, guardandola sfilare. Per Rosy Bindi (Pd), Presidente della Commissione Antimafia della Camera , il motivo sta soprattutto nella scarsa efficacia dell’azione della politica sul piano culturale e sociale in questo territorio perché “il consenso più forte alla camorra viene dalla mancanza di lavoro, di sviluppo, di crescita, di servizi, di scuola”. “Vedo questi ragazzi che hanno tutti buonissime intenzioni – commenta un cittadino di Casale mentre osserva sull’uscio di casa i giovani in marcia – poi torneranno a casa e continueranno a fare quello che hanno sempre fatto”. Vent’anni dopo l’uccisione di don Peppe allora a Casal di Principe è cambiato poco? “Beh, basta dare uno sguardo alle liste elettorali e vedere chi sono i personaggi che si candidano”  di Andrea Postiglione

Articolo Precedente

Giornata mondiale sulla sindrome di Down, “il diritto di essere felici”

next
Articolo Successivo

Immigrati, migliaia di profughi in poche ore: la vera emergenza sono i morti

next