Le primarie del centrosinistra di Reggio Emilia finiscono nel mirino della Procura. Sui voti degli stranieri al seggio Catomes Tot (preferenze sospese fino alla decisione della commissione dei garanti) è stata aperta un’indagine conoscitiva coordinata dal procuratore capo Giorgio Grandinetti, che dovrà verificare se sono stati commessi reati penali nella sede al parco Cervi nella giornata di chiamata alle urne per la scelta del candidato sindaco della città emiliana.

Le denunce erano cominciate domenica 2 marzo, poco prima della diffusione dei risultati ufficiali che hanno decretato la vittoria del segretario del Pd Luca Vecchi. Sotto i riflettori il seggio del centro città, dove per la prima volta anche gli immigrati sono stati ammessi al voto, e che ha registrato un afflusso record di votanti extracomunitari. Secondo il racconto di diversi testimoni ci sarebbero stati giri di denaro poco chiari tra gruppi di immigrati, che sarebbero stati rimborsati dei 2 euro del voto nel bar di fianco al seggio, o che avrebbero ricevuto suggerimenti sul candidato per cui esprimere la preferenza da altri stranieri. Le polemiche e le tensioni avevano convinto addirittura il presidente di seggio a richiedere l’intervento dei carabinieri per cercare di riportare l’ordine.

Con la vittoria di Vecchi sembrava tutto finito, e invece il giorno dopo, risultati alla mano, il malumore è montato tra gli ex sfidanti, che hanno puntato il dito sull’assessore comunale alla Sicurezza Franco Corradini, anch’egli candidato alle primarie e arrivato secondo in base alle preferenze, proprio grazie ai voti del Catomes Tot. Il delegato infatti negli ultimi anni ha lavorato con le comunità di immigrati con numerosi progetti di integrazione e dal seggio del centro città ha ricevuto la maggioranza delle preferenze da stranieri. Per questo su di lui è scoppiata la bufera e gli ex avversari hanno chiesto di fare chiarezza. L’assessore al Welfare Matteo Sassi di Sel ha invitato il collega a fare un passo indietro dalla giunta, mentre il coordinatore provinciale di Sel Michele Bonforte ha chiesto di annullare il voto del seggio incriminato. Così facendo, Sassi arriverebbe al secondo posto dopo Vecchi. Sul verdetto si esprimerà nelle prossime ore anche la Commissione di garanzia del centrosinistra che ha il compito di vigilare sul corretto svolgimento delle primarie. Intanto però anche la Procura indaga sul caso. Gli inquirenti dovranno cercare di ricostruire quanto accaduto il 2 marzo, per rilevare se ci siano state irregolarità e se siano stati commessi reati.

La bufera sul voto degli immigrati nelle primarie ha travolto anche Modena, dove è stato scelto l’assessore regionale Gian Carlo Muzzarelli. Il candidato Paolo Silingardi ha presentato un esposto al Collegio di garanzia, denunciando come dietro l’alta affluenza al voto degli stranieri si nasconda in realtà un’operazione di pilotaggio di intere comunità straniere e raccontando su Facebook di “pulmini e auto che scaricano gente, alcune persone che organizzano la fila e danno chiare indicazioni su chi votare”. Per ora però dal Collegio non ci state segnalazioni di irregolarità sul voto. In serata è arrivata anche la denuncia del leader della comunità filippina Gregorio Mendoza: “Ci hanno rimborsato il voto e pagato il pranzo per dare la nostra preferenza a Muzzarelli”.