Oltre 3mila firme per Gino e suoi compagni d’ospedale. “Mio padre potrebbe morire di solitudine se lo spostassero a 150 chilometri di distanza”, aveva dichiarato a ilfattoquotidiano.it la figlia di Gino, 92 anni, ricoverato al Policlinico Italia di Roma: gravemente malato, alimentato artificialmente, rischia di essere trasferito in una clinica di Frosinone. E non è il solo: 9 pazienti su 19 rischiano infatti la stessa sorte. I familiari parlano di un’insopportabile “deportazione” e, dopo l’articolo del Fatto.it sul loro trasferimento, da Roma a Frosinone, sul web è stata lanciata una petizione.

Con l’hashtag #zingarettitrovailetti il sito Firmiamo.it riprende la nostra notizia e innesca il tam tam delle firme. Obiettivo: 5mila adesioni. Si contano – mentre scriviamo – quasi 3.700 firme e quasi 3mila condivisioni su Facebook. Le sottoscrizioni arrivano da tutta Italia: i nove anziani stanno raccogliendo solidarietà da tutta la penisola.

La storia. Nel Policlinico Italia sono ricoverate 19 persone in “livello intensivo” – il livello corrisponde a una classificazione, del sistema sanitario regionale, che serve a indicare il tipo assistenza dei pazienti in cura presso le Rsa (Residenza sanitaria assistenziale). I posti assegnati dalla Asl per il “livello intensivo”, nella clinica in questione, sono però soltanto dieci e, sul territorio, non ci sono ulteriori strutture in grado di ospitarne altri.

Le assegnazioni dei posti letto sono contenute in un decreto del marzo del 2013 firmato dal commissario ad acta per la Sanità: nella Asl Roma A sono programmati 28 posti letto per malati gravi, di cui appunto dieci al Policlinico Italia, che però dal 2011, dopo la chiusura della clinica Villa Domelia, ne conta 9 in più, per un totale di 19 pazienti. Per la regione Lazio sono troppi. E così, per 9 di loro, arriva una lettera, dalla Regione Lazio, che comunica l’esecuzione dei trasferimento. “Abbiamo applicato la legge – risponde lo staff del governatore Nicola Zingaretti replicando al Fatto.it – e non v’è alcuna intenzione di abbandonare i pazienti coinvolti in questa vicenda”. La Regione non parla di trasferimento definitivo dei malati, assicurando il rientro a Roma dei pazienti entro l’estate, “in occasione dell’apertura nella Asl A di un nuovo reparto ad hoc”. Il Policlinico Italia, che vuole il pagamento dei nove pazienti ricoverati dal 2011 (220 euro al giorno per due anni), impugna il decreto regionale al Tar, che però non lo accoglie, e ordina il loro spostamento entro 30 giorni. La clinica San Raffaele di Cassino di Antonio Angelucci, re della sanità privata convenzionata e la clinica “Ini case bianche” di Veroli, proprietà di Jessica Faroni, presidente dell’Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) per il Lazio, hanno dato la loro disponibilità a ospitare gli anziani senza posto. Ma ora arriva la solidarietà di oltre 3mila persone che, con le loro firme, chiedono di lasciare i 9 anziani vicino ai loro parenti.

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