Adesso che il potere del presidente filorusso Victor Yanukovich è crollato, la Russia mette in chiaro che “non è obbligata a versare i 12 miliardi di dollari restanti del prestito promesso nel dicembre scorso”. Fu proprio per quel prestito che il leader del Partito delle Regioni fece saltare l’accordo di associazione e libero scambio con l’Unione europea. Scintilla che innescò le proteste di piazza Maidan, i morti, e la caduta del governo filorusso. Ad annunciare la retromarcia di Mosca è stato il viceministro delle Finanze, Seghiei Storchak, citato da Interfax, che conferma così l’apparente intenzione russa di cancellare il prestito, e non soltanto congelarlo.

Ma quei prestiti ora potrebbero arrivare dall’Europa che sta attendendo la formazione del nuovo governo ucraino – rinviata a giovedì – e la presentazione di un piano di riforme economiche che contribuirà a determinare la somma necessaria per l’assistenza finanziaria all’Ucraina. Lo anticipa il capo della diplomazia europea Catherine Ashton, in una conferenza stampa a Kiev. La Ashton ha evocato la possibilità di prestiti a breve e lungo termine, ricordando che sono in corso contatti anche con l’Fmi.

Ed è proprio dall’Fmi che arrivano le prime conferme. L’organizzazione di Washington è pronta a impegnarsi con l’Ucraina e invierà, probabilmente a breve, sostegno tecnico al Paese. Lo afferma, scrive Bloomberg, il direttore generale,Christine Lagarde: “Per sostenere al meglio questa economia, dobbiamo impegnarci in un dialogo in cui le autorità ucraine, una volta designate, chiederanno l’aiuto e il sostegno del Fmi”.

Per allentare la tensione che corre lungo l’ex cortina di ferro tra Occidente e Russia, il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso ha lanciato un appello a Mosca: “Lavori costruttivamente con noi per garantire un’Ucraina unita” che sia “elemento di stabilità” per l’Europa e “abbia buone relazioni con i vicini a est e ovest”.

Dietro le parole, però, si nascondono vecchi spettri. La tv in lingua inglese Russia Today riferisce tramite Twitter che un mezzo blindato russo è arrivato in piazza Nakhimov, nel centro di Sebastopoli, in Crimea (est del Paese politicamente vicino alla Russia), dove c’è la sede della flotta russa del Mar Nero. Secondo i media altri mezzi blindati sono stati visti nelle vie principali all’ingresso della città. La disposizione sarebbe stata data dal quartier generale della flotta del Mar Nero, utilizzando i suoi mezzi a disposizione in loco. Per ora, dal comando solo un no comment. Nel frattempo, per paura che la protesta di Kiev travolga la parte orientale del Paese, sono state costituite brigate di autodifesa, soprattutto per tutelare il nuovo sindaco russo della città, dove anche oggi numerosi manifestanti hanno chiesto l’intervento di Mosca con slogan come “Russia noi siamo tuoi figli”.

Ha invece fatto perdere le sue tracce l’ex presidente Yanukovich, per il quale il Parlamento ucraino ha approvato con 339 voti a favore la proposta di farlo giudicare insieme ad altri funzionari da un tribunale internazionale “per crimini contro l’umanità durante i pacifici cortei di protesta tra il 30 novembre 2013 e il 22 febbraio 2014”.

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