Due carichi di rifiuti radioattivi (probabilmente ospedalieri) sono stati bloccati dai rilevatori all’ingresso dell’inceneritore Iren di Parma, per il tasso di radioattività superiore alla norma. I carichi erano finiti irregolarmente nei cassonetti del capoluogo emiliano e nella vicina Torrile. L’episodio riaccende la polemica tra l’amministrazione guidata dal sindaco del Movimento Cinque Stelle, Federico Pizzarotti e i vertici dell’impianto. 

“Non siamo stati informati”. Il Comune denuncia di essere venuto a conoscenza della vicenda, avvenuta due settimane fa, tramite la stampa locale che parla di valori 30 volte superiori al consentito per i rifiuti provenienti da Parma, e di oltre 600 volte per quelli di Torrile. Che adesso sono stati posti in quarantena in attesa di accertamenti. “Spiace rilevare – sottolinea il Comune – che notizie di questa portata non siano riportate dagli organi competenti e da Iren direttamente al Comune”.

Duro l’assessore all’Ambiente Gabriele Folli: “L’ente ha competenze in materia di sanità pubblica e non è accettabile che il gestore, di cui peraltro il Comune è socio, non ci informi direttamente di ogni anomalia. Auspico – continua Folli – che incidenti di questo tipo in futuro non abbiano più a ripetersi e chiedo che sia chiarito ogni aspetto di questa vicenda nel più breve tempo possibile”.

Al centro della polemica c’è proprio la comunicazione confusa sull’episodio: “Iren – scrive Parmaquotidiano.info – ha comunicato l’anomalia ad Arpa e Ausl, ma non ha pubblicato i dati sul sistema Monitorem, il portale pubblico dove ogni impresa fonte di emissioni inquinanti significative è tenuta a mettere a disposizione di tutti i dati essenziali” dell’impatto ambientale, così la Provincia ha diffidato Iren “dal proseguire l’esercizio dell’impianto in difformità alle prescrizioni dell’Autorizzazione Integrata Ambientale”.

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