“Il fatto non sussiste”. Vittorio Pisani, il super-poliziotto, il cacciatore di latitanti di camorra più inafferrabili e pericolosi è stato assolto. L’ex capo della Squadra Mobile di Napoli non ha tradito la divisa. Non ha spifferato notizie riservate a imprenditori in odore di camorra. Non ha chiuso un occhio su un riciclaggio di denaro sporco. Non ha mai protetto nessuno. Non ha mai falsificato documenti. Non ha mai intascato soldi. Non ha mai approfittato del suo ruolo istituzionale per trarne vantaggi personali.

A due anni esatti dal rinvio a giudizio dello “sbirro” si conclude, dunque, con un’assoluzione piena un processo controverso e, a tratti, acceso, che ha scosso la polizia napoletana e gli equilibri della stessa Procura di Napoli. E’ stata la settima sezione penale (presidente Rosa Romano), a emettere la sentenza di assoluzione al termine del primo grado di giudizio del processo su un presunto giro di riciclaggio di soldi sospetti tra Chiaia e la Svizzera.

E’ un sollievo. Vittorio Pisani è il regista dei blitz più eclatanti effettuati negli ultimi anni dalla polizia di Stato. Uno stratega che con i suoi uomini è riuscito a decapitare clan e storici sodalizi criminali. Disarticolato organizzazioni che avevano un potere non solo nazionale ma internazionale basato su vere e proprie holding dei traffici illegali. L’azione della sua Squadra Mobile è stata martellante. Indagini particolareggiate e di straordinaria efficacia. Uffici e reparti investigativi portati all’eccellenza.

Pisani è soprattutto un uomo scomodo. Con un carattere non proprio facile. Di origini calabrese ma napoletano di vissuti. Per dirne una, in un intervista rilasciata al “Corriere della Sera Magazine”, disse senza mezzi termini che lui, la scorta a Roberto Saviano, non l’avrebbe mai concessa. Pisani è fatto così. Quando fu messo sott’accusa, il compianto capo della Polizia Antonio Manganelli – senza neppure pensarci su – gli diede la massima fiducia trasferendolo a Roma allo Sco. Al Viminale sanno il valore di Vittorio Pisani. Un investigatore vecchio stampo che possiede grandi doti intuitive e furbizia. Ma soprattutto sa leggere gli eventi e collegarli. Comprende la psicologia dei criminali e ne individua i punti di debolezza. E’ uno dei più famosi “sbirri” d’Italia. I suoi successi investigativi ormai fanno scuola. Su tutti: la cattura dell’ex primula rossa Michele Zagaria e Antonio Iovine, ai vertici del clan dei Casalesi. Gli arresti di boss latitanti del calibro di Salvatore Russo, Paolo Di Mauro, Eduardo Contini, Cesare Pagano, Raffaele Amato. Con i metodi di Pisani e della sua Squadra Mobile i morti ammazzati della camorra si sono ridimensionati sensibilmente nel tempo. I clan sono sempre più deboli e nei fatti si è rotta la trasmissione della leadership criminale. Ormai i gruppi malavitosi sono sempre più deboli e guidati da giovanissimi.

Resta adesso da capire a cosa puntasse il collaboratore di giustizia Salvatore Lo Russo, detto ‘O Capitone nell’accusare Pisani. Le sue dichiarazioni nei fatti hanno colpito uno sbirro che da almeno 15 anni ha messo sulla graticola le cosche della camorra. Qualcuno ipotizza che Lo Russo è stato agito. Tutti nell’ambiente della camorra sapevano che ‘O Capitone era un confidente dell’ex capo della Squadra Mobile – veniva chiamato anche ‘O Spione – quindi non c’era nessuno meglio di lui che lo potesse inguaiare e servire per conto dei clan una vendetta fredda. Salvatore Lo Russo su Pisani non ha mai convinto. Dichiarazioni contraddittorie, circostanze raccontate in modo artefatto, verbali zeppi di particolari poco credibili.

L’effetto era certo: una concreta incompatibilità ambientale con le funzioni esercitate da Pisani. Uno stop e un allontanamento forzato di quel piedi piatti troppo in gamba. Insomma l’uscita di scena di Pisani garantisce un sospiro di sollievo per le organizzazioni criminali. E’ un sistema investigativo che salta. E’ un mondo di conoscenze e esperienze cancellato in un colpo solo. E’ la Squadra Mobile dei record che viene azzerata. Se uno ci pensa è tra i successi più importanti dell’Antistato degli ultimi anni: fermare lo sbirro. Un risultato ottenuto senza alcuna guerra. Senza alcuna strategia della tensione. Solo con una regia raffinatissima.

Vittorio Pisani è stato assolto. A questo punto ora occorre capire, comprendere e leggere quali interessi veramente ha portato avanti l’ex boss di Miano. Tra l’altro è molto strano che il clan capeggiato dal collaboratore di giustizia Salvatore Lo Russo goda dio ottima salute e di un potere enorme. Generalmente quando c’è un “infame” il suo gruppo di appartenenza implode. Così non è stato per i Capitoni. Anzi il clan si è rafforzato in quei quartieri di Napoli dove i gruppi criminali si sono scissi. Strano, davvero strano. Anzi insolito. Un gruppo che nonostante tutto a Milano (quartiere cuscinetto di Napoli) gode di buone coperture. Un esempio? Antonio Lo Russo, figlio de ‘ O Capitone è tranquillamente latitante da diversi anni. Chi lo protegge e perchè? Speriamo che Vittorio Pisani con i suoi uomini possa riprendere a Napoli le sue inchieste che qualcuno ha voluto che lasciasse.   

 

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