Non è un giocatore famoso come Kevin Prince Boateng, che lo ha fatto a Busto Arsizio con la maglia del Milan, ma il giovane Bernard Mensah, calciatore di 19 anni delle giovanili del Watford, ha dimostrato la stessa dignità. E così mercoledì pomeriggio, dopo i ripetuti insulti razzisti dei giocatori della Primavera del Latina, ha chiesto al suo allenatore David Hughes di ritirare la squadra dal campo ed è uscito. Ironia della sorte, le squadre under 19 di Watford e Latina si stavano affrontando nella semifinale del torneo Giovanni Paolo II, una manifestazione che la Provincia di Roma ha organizzato per il sesto anno consecutivo (terminerà il 17 dicembre). Un torneo che, nelle parole del presidente della Federcalcio Giancarlo Abete durante la presentazione, avrebbe dovuto essere “importante per i valori che veicola e per l’età dei partecipanti. Preservare determinati messaggi etici, soprattutto nelle realtà locali, è importante in un periodo come questo”. 

Ma evidentemente sono valori etici che nel calcio italiano faticano ad attecchire. E così il tecnico gallese Hughes, un passato da giocatore in Premier League, al 15′ del secondo tempo ha deciso di ritirare i suoi ragazzi dal campo. Secondo un dirigente del Watford, già in campo nel primo tempo gli epiteti razzisti sarebbero stati numerosi, e poi nel tunnel degli spogliatoi all’intervallo si sarebbe sfiorata la rissa al grido di “negri di merda”. Nella ripresa, visto che gli insulti non accennavano a diminuire, Mensah si sarebbe rivolto a Hughes dicendogli che così non si poteva andare avanti e gli avrebbe chiesto di ritirare la squadra. Se gli organizzatori del torneo minimizzano, la ong Kick It Out, promotrice di diverse campagne antirazzismo nel calcio a livello europeo, conferma la cosa e rilancia chiedendo l’apertura di un’inchiesta.

Da Watford sull’argomento interviene anche Gianfranco Zola, che da quando il patron dell’Udinese Pozzo ha rilevato la squadra dell’Hertfordshire siede sulla panchina degli Hornets e lo scorso anno li ha portati fino a un passo dalla promozione in Premier. “Per adesso ho parlato solo con David Hughes, che mi ha riferito alcune cose, per esempio che gli insulti sarebbero venuti dai giocatori – ha detto Zola al Watford Observer – Ora con la società stiamo esaminando la questione per capire cosa sia successo di preciso. Prima di aggiungere altro voglio sentire gli organizzatori per capirne di più, ma certamente non mi piace quanto è accaduto a Latina”. Ora la palla passa alla Federcalcio, sperando che voglia passare dalle belle parole in fase di presentazione del torneo ai fatti. Nel caso di Boateng, dopo l’indignazione generale, tutto si risolse con un invito al giocatore ad assistere all’amichevole tra Italia e Brasile a Ginevra. Chissà, magari a Mensah per scusarsi verrà offerto un biglietto gratis per Latina-Crotone.

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