Affari pubblici, interessi privati. Antonino Papalia, il presunto socio occulto della Soveco, l’azienda che ha ristrutturato il super attico dell’ex vicesindaco di Verona, Vito Giacino, è indagato sia in Italia sia in Romania, dove è azionista della raffineria Crisana a Suplacu de Barcau, attraverso la società Ecodiesel.

La Soveco ha circa un miliardo di euro di lavori pubblici dal Comune di Verona, ma non ha ancora ottenuto il certificato antimafia per la costruzione del filobus. Ma sono proprio gli affari in Romania che hanno inguaiato Papalia. Affari in cui compare anche la Erg, la società petrolifera i cui vertici sono indagati per la presunta evasione da 900 milioni di euro. Ad aprile 2010, Papalia si mette in affari con la veronese BPP, la società petrolifera di Andrea Bussinello, ma Papalia si “scorda” di pagare quasi 10 milioni di euro alla società petrolifera, che lo querela. Chi presenta Papalia a Bussinello? “Il direttore commerciale extrarete di Erg mi ha presentato il sig. Antonino Papalia, socio della società rumena Ecodiesel”, scrive Bussinello. Da quel momento comincia “un rapporto di fornitura di prodotti petroliferi”, poiché “la circostanza che Papalia mi fosse stato presentato dal direttore commerciale extrarete di Erg, mi aveva tranquillizzato non poco. Importante anche la considerazione che il sig. Papalia è coniugato con la sig.ra Sabina Colturato, socia della società Soveco spa”.

Bussinello chiede il rilascio di una fideiussione bancaria di cinque milioni di euro prima di cominciare le forniture. La firma sulla fideiussione è di Sabina Colturato e di Francesco Urtoler, amministratore unico di Soveco. Bussinello si fida “Soveco è società conosciuta e impegnata in vari appalti per conto dell’amministrazione comunale”. Sottoscrivono contratti di fornitura per più di 60 milioni di euro. Ma nell’ottobre 2010 “l’esposizione debitoria di BPP nei confronti di Ecodiesel per merce fornita e non pagata era pari a euro 13.800.000 circa”, si legge nella querela. Bussinello riesce a rientrare di cinque milioni di euro. Ricomincia la fornitura, mentre il debito aumenta e arriva a più di nove milioni di euro a gennaio 2011. Papalia assicura che è in arrivo una linea di credito dalle banche romene, “millanta anche contatti con alti esponenti governativi ed altre importanti società rumene”.

Intanto i debiti crescono a 9.850 milioni di euro. A Orodea, in Romania, si tiene un incontro fra Papalia, Bussinello e funzionari della Banca di Transilvania e “nel corso dell’incontro emerse con assoluta certezza che Ecodiesel aveva preso letteralmente in giro BPP”. E lo scopre “con sgomento”, scrive Bussinello, che ha in mano una fideiussione da cinque milioni di euro. Papalia e soci confezionano allora un documento falso: “Un presunto accordo a firma apparente (in quanto mai apposta) del sottoscritto Andrea Bussinello, con il quale avrebbe rinunciato espressamente alla fideiussione da parte di Urtoler Francesco, Colturato Sabina e Soveco spa a favore di Bpp spa”. Un falso clamoroso e confezionato malamente. E Bussinello scopre che “i signori Antonino Papalia, Racz Peter Attlia e Balai Calin Adrian sono indagati in Romania per i reati di associazione a delinquere, finalizzata all’evasione fiscale, riciclaggio e falsità in scrittura privata”.

Balai è il socio di Papalia nella raffineria romena, mentre Racz è pluripregiudicato, sotto inchiesta per non aver pagato le accise per centinaia di milioni di euro al governo romeno, la cognata di Racz è in società con Papalia nella raffineria. Intanto la stampa romena punta il dito sulle società dell’italiano: si parla di indagini su accise non pagate, di gasolio prelevato illegalmente dalle condotte romene, di riciclaggio di denaro sporco. Avrebbe, inoltre, corrotto due politici romeni, che si sarebbero salvati grazie all’elezione al parlamento. L’austriaca Die Presse scrive parole di fuoco su Papalia, dicendo che sarebbe legato alla ‘ndrangheta. Papalia ha anche il fiato sul collo della magistratura romena. Intanto Bussinello, visto che non viene pagato, si rivolge al tribunale di Verona, ma all’inizio di quest’anno la querela viene ritirata, benché il conto di quasi 10 milioni di euro non sia stato pagato e la fideiussione non sia stata riscossa. Succede che nel frattempo Bussinello si metta in società con l’Agsm, la municipalizzata che eroga gas ed energia elettrica del Comune di Verona, per installare 10 nuovi distributori di benzina low cost, quattro già entrati in funzione. L’Agsm, finora ad allora, mai si era occupata di distribuzione di carburante e la newco, la A&B, vede l’azienda pubblica con il 55 per cento e Bussinello in minoranza. L’Agsm è presieduta da Paolo Paternoster, nonché segretario provinciale della Lega.

Spunta anche la moglie dell’ex vicesindaco Giacino, poiché la consulente per un certo periodo di Bussinello è l’avvocato Alessandra Lodi, proprietaria dell’attico ristrutturato da Soveco, la società che deve 10 milioni di euro a Bussinello. Costo della consulenza: cinque mila euro il mese. Ci sarebbe un mezzo accordo, ma molto vago e per nulla concreto fra Papalia e Bussinello: sarebbe stata individuata una società di consulenza per mettere in vendita la raffineria in Romania, valutata attorno ai 23,5 milioni di euro. Perché Bussinello ha ritirato la denuncia, perché non ha recuperato almeno i cinque milioni di euro della fideiussione bancaria, perché avrebbe di fatto quasi rinunciato a 10 milioni di euro? È solo una coincidenza il ritiro della querela e la nascita quasi contestuale della società fra Bussinello e Azienda municipalizzata dell’energia di Verona? Il mistero è fitto. Dopo le denunce dell’avvocato Michele Croce, anche attraverso il blog Verona Pulita, si sta scoperchiando il malaffare, mentre M5S e il Pd chiedono la convocazione della Commissione parlamentare antimafia a Verona.

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