Via la Trise, arriva il Tuc. Con un emendamento a prima firma di uno dei due relatori alla Legge di stabilità, Antonio D’Alì (Pdl), il centrodestra propone la riscrittura totale del capitolo sulla service tax con l’introduzione del Tributo unico comunale (Tuc). La proposta punta inoltre a sdemanializzare gli stabilimenti turistici, con la vendita delle infrastrutture cedibili e l’allungamento delle concessioni sulle spiagge vere e proprie. E non manca, sempre per mano dello stesso D’Alì, il tentativo di introdurre il condono fiscale e retributivo per tutti i ruoli emessi fino a fine 2012, con la cancellazione di interessi di mora e sanzioni.

Anche su quest’ultimo c’è un emendamento, firmato dal relatore Antonio D’Alì e dal collega Pdl, Andrea Mandelli. La proposta di modifica stabilisce che, per i ruoli emessi fino al 31 dicembre 2012, i contribuenti potranno fare pace con il fisco, versando l’80% dell’imposta iscritta a ruolo e “senza corrispondere interessi di mora e sanzioni”. Ma il tema è scottante e subito si apre la polemica, all’interno del partito stesso: “Essendo in un governo eccezionale dobbiamo ragionare con i colleghi di coalizione, dobbiamo verificare con il Pd, ma non mi sembra che ci siano le condizioni politiche per andare sulla strada di un condono”, chiarisce il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, ospite di Porta a Porta.

Una reazione che spinge D’Alì a fornire l’interpretazione autentica dell’emendamento: “Non è una sanatoria, bensì una rottamazione delle cartelle esattoriali, nel senso che esse potranno essere pagate subito senza le sanzioni e gli interessi di mora”. Secondo D’Alì la misura dovrebbe portare nelle casse dello Stato circa 800 milioni, che il testo destina a due scopi: eliminare il blocco della deindicizzazione delle pensioni medie e aumentare i fondi da destinare al taglio del cuneo fiscale.

Due altri emendamenti – uno proveniente dalle file del Pdl, l’altro da quelle del Pd – propongono invece l’esenzione dall’Irpef dei redditi complessivi inferiori ai 12mila euro, puntando così a modificare il cuneo fiscale ampliando la no tax area, che è ora sotto gli 8mila euro l’anno per i lavoratori dipendenti e sotto i 7.500 euro per i pensionati. La copertura, circa 1,8 miliardi di euro, sarebbe garantita da tagli di spesa delle amministrazioni pubbliche.

Altro tema delicato, sul fronte dell’evasione fiscale e dell’economia illegale, l’uso del contante. Diversi emendamenti targati Pdl chiedono di aumentare la soglia delle transazioni ammissibili fino a 5.000 euro (rispetto al tetto attuale di 1.000 euro).

In un altro emendamento l’ex ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, attuale presidente della Commissione Lavoro al Senato, ha proposto di tassare tutto il salario di produttività al 10% per i redditi inferiori ai 40mila euro annui. Un’altra proposta di modifica, presentata da Pd e Pdl, propone infine di modificare la Legge di stabilità reintroducendo gli sgravi per i figli, nella misura di 50 euro ciascuno.

Sulla manovra sono intervenuti anche i sindacati. “Penso che il presidente del Consiglio sbagli quando dice che l’impianto della Legge di stabilità non può essere cambiato, perché questa legge mantiene l’Italia nelle condizioni in cui è, di un Paese in deflazione e con la disoccupazione che continua ad aumentare”, ha detto il leader Cgil, Susanna Camusso, rispondendo a una domanda al termine dell’incontro dei sindacati con il Pd.

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