Gesù Cristo? Un’invenzione, per mettere a tacere le persone povere che rischiavano di compromettere il dominio romano nel mondo allora conosciuto. È quanto sostiene Joseph Atwill, americano, autore di un libro chiamato “Il Messia di Cesare: la cospirazione romana per inventare Gesù”. Ora, Atwill arriva nel Regno Unito e la settimana prossima terrà una attesissima conferenza alla Conway Hall di Holborn, nella capitale britannica. Londra si prepara così a ospitare un autore e pensatore che tante reazioni sta suscitando negli Stati Uniti e le cui teorie, dice il diretto interessato, sono provate “quasi scientificamente”. Così, secondo Atwill, il cristianesimo non è nato come religione, ma come una propaganda “governativa” per pacificare le menti più ribelli dell’impero romano. E la prova secondo l’autore – che cura anche un seguitissimo blog sul tema – è che la storia di Gesù Cristo, così come raccontata dai Vangeli, corre parallela a ed è quasi una fotocopia di quella dell’imperatore Tito Flavio così come raccontata dallo storico Giuseppe Flavio. Così, la prova sarebbe che la storia del figlio di Dio è costruita su un modello che già esisteva in precedenza. Un format, quindi, che ne proverebbe la falsità, dice l’autore. 

Il periodo storico è quello degli anni ’60 del primo secolo, quando Tito fu impegnato in una campagna per sedare la ribellione dei Giudei. Così, secondo Atwill, proprio in quel periodo fu pensata e costruita la “menzogna” del cristianesimo, e cioè quando si rese necessario mettere a tacere gli spiriti bollenti di ampie fasce della popolazione che speravano in un messia e che per questo erano molto irrequiete. Ora, appunto, Atwill arriva a Londra direttamente dagli Stati Uniti e alla conferenza si prevede una qualche forma di manifestazione e protesta da parte di alcuni gruppi cristiani britannici. Forse anche per Londra, città della libertà di pensiero e religiosa e dagli oltre 200 differenti gruppi etnici, le teorie di Atwill sono un po’ troppo ed eccessivamente rivoluzionarie, pur rientrando in quelle “teorie della cospirazione” che da anni reinterpretano Antico e Nuovo Testamento.  

Nel suo blog Atwill scrive: “Il cristianesimo potrebbe essere considerato una religione, ma in realtà fu sviluppato e usato come un sistema di controllo delle menti per produrre schiavi che credessero che Dio avesse stabilito la loro schiavitù”. Posizione forte, fortissima, anche in un Paese dalle chiese sempre più vuote come il Regno Unito. Ma – dice – le sette ebraiche che aspettavano il messia erano una fonte di preoccupazione di non poco conto per l’impero romano. Che, dopo averle provate tutte, passò alla “guerra psicologica”. Per chi voleva la guerra, niente di meglio che creare la storia “pacifica” di Gesù Cristo, in modo da fornire un sistema di valori poco pericoloso e molto conforme al sistema vigente. Ma Atwill va anche più in là, parlando poi degli effetti del cristianesimo sulla storia umana e dicendo che ha causato e sostenuto una accettazione “cieca” della povertà e della guerra, nel corso dei secoli. Ora, appunto, la conferenza londinese. Con alcuni credenti molto arrabbiati e la polizia londinese in allerta.

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