“L’amnistia e l’indulto non sono assolutamente una soluzione. La cosa grave è far passare il messaggio che in Italia alla fine tutto si può aggiustare e c’è uno sconto”. Sono le parole rilasciate ai microfoni di “24 Mattino”, su Radio24, da Nicola Gratteri, procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria. Il magistrato critica fortemente la soluzione prospettata da Giorgio Napolitano e chiede polemicamente: “Cosa hanno fatto i politici per risolvere il problema delle carceri dopo l’ultimo indulto del 2006? Perché nel ‘94 sono state chiuse le carceri di Pianosa e dell’Asinara dove potevano stare i detenuti del 41 bis? Perché in questi anni non sono stati fatti accordi bilaterali con Paesi come la Romania e la Tunisia per trasferire nella galere patrie i detenuti stranieri, che in Italia sono ben 20mila? Perché non lo fa domani mattina il ministro della Giustizia?”. E sottolinea: “Il problema della riapertura delle carceri è tutto politico, perché ci vorrebbero cinque minuti in Parlamento per riaprire, ad esempio, Pianosa e l’Asinara. Hanno messo mani sulla Costituzione, figuriamoci se non possono riaprire le carceri”. Gratteri invoca anche il recupero dei tossicodipendenti in comunità terapeutiche, anziché rinchiuderli in carcere. Ed elenca alcuni dati importanti: “In Romania e Tunisia, che sono prevalentemente i paesi d’origine dei detenuti nelle carceri italiane, il mantenimento in galera costa 10 euro al giorno, contro i nostri 300 euro al giorno. In Italia non ci sono molti detenuti rispetto alla Francia e alla Germania. Abbiamo 112,6 detenuti ogni 100mila abitanti, mentre in Spagna e in Francia sono 127”
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