Angela Merkel ha trionfato nelle elezioni politiche tedesche dello scorso 22 settembre, ma ha perso per strada i suoi alleati liberali e le mancano quattro seggi per governare. Ora ha due possibilità: una Große Koalition con i socialdemocratici della Spd o un’inedita alleanza con i verdi. In entrambi i casi, il nuovo governo tedesco sposterebbe il suo asse verso sinistra.

La stampa tedesca dà ormai per scontata la formazione di una grande coalizione con la Spd. La convention dei socialdemocratici ha dato il via libera ai primi colloqui esplorativi con la Cdu, che si terranno oggi. Ma l’opzione di una coalizione Cdu-Verdi continua ad essere sul tavolo. L’ha sottolineato pochi giorni fa la Süddeutsche Zeitung e lo ripetono puntualmente fonti vicine alla Cdu. “Una grande coalizione con la Spd potrebbe contare su quasi l’80% dei seggi in parlamento: una mossa che sminuirebbe il ruolo del Bundestag”, si dice dalle parti della Cdu. “Diventerebbe molto difficile per l’opposizione lanciare commissioni d’inchiesta, per le quali è necessario avere il 25% dei voti”. Un colpo basso per la democrazia tedesca.

A favore di una coalizione nero-verde ci sarebbero anche altri fattori: la perdita di peso dei leader che rappresentano la sinistra dei verdi – usciti ridimensionati dalle elezioni – e la risalita dei “Realos”, la fronda più realista del partito, quella che un tempo era guidata dall’ex ministro degli esteri Joschka Fischer. Oltre a posizioni più vicine sulle politiche da seguire a livello europeo: “Anche i verdi sono per far seguire nuove misure di solidarietà a una maggiore integrazione europea”, si dice in ambienti vicini alla Cdu – “mentre le posizioni europee della Spd appaiono poco chiare”.

A pesare sulla Spd c’è anche lo scetticismo del Nordreno-Westfalia, la regione più popolosa del paese, guidata dalla “Merkel rossa” Hannelore Kraft, che non vedrebbe male il proprio partito all’opposizione.

Anche se Angela Merkel ha già fatto sapere che la strategia tedesca in Europa non cambierà di una virgola, una coalizione con i verdi (o con la Spd) potrebbe portare a un allentamento dell’austerity e a una maggiore tolleranza per lo sforamento temporaneo dei limiti di budget dei paesi in difficoltà. Le discussioni sugli Eurobond – punto fermo dei verdi in campagna elettorale – e su altre forme di condivisione del debito potrebbero ripartire, anche se molto gradualmente. Per l’Italia e gli altri paesi del sud Europa si potrebbe aprire più di uno spiraglio.

La strada però è ancora lunga. Le negoziazioni potrebbero durare fino a gennaio, ha dichiarato la segretaria generale della Spd Andrea Nahles. La settimana prossima si terranno i colloqui esplorativi tra Cdu e Verdi. Successivamente si potrebbe passare direttamente ai “colloqui di coalizione”, seguiti da nuove convention dei partiti. Un processo lungo e laborioso. Intanto, almeno fino a metà ottobre, i partiti si annuseranno. Si parlerà di persone più che di programmi. Quali fronde acquisirebbero più potere all’interno di Spd o Verdi nel caso di una coalizione con la Cdu? A quali ministeri rinuncerebbe Angela Merkel?

All’Italia e agli altri Paesi della periferia dell’Euro non resta che stare alla porta e aspettare. Nei prossimi mesi dal tavolo potrebbe cadere qualche briciola.

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