L’Unità, il quotidiano fondato da Antonio Gramsci, perde in copie vendute e anche la Nie, società che lo edita, è indebitata. Ci vuole un cambiamento radicale, quello che immagina e annuncia Matteo Fago, tra i fondatori del portale di viaggi Venere, venduto poi al colosso americano Expedia.

Fago è il nuovo azionista di riferimento, ha la maggioranza relativa del pacchetto azionario con il 47,3% della Nie avendo sottoscritto l’aumento di capitale mentre gli altri soci, Renato Soru in primis, hanno fatto un passo indietro. Oltre il quadro azionario in cambiamento c’è un quotidiano da rilanciare. Le cronache hanno indicato Walter Veltroni come nuovo possibile direttore dell’Unità, sarebbe un ritorno al passato per l’ex candidato presidente del Consiglio del centro-sinistra.

Una ricostruzione che Matteo Fago, al fattoquotidiano.it, smentisce punto a punto. “Non ho nulla contro la persona – spiega Fago – ma io voglio un direttore che sia un giornalista, non un politico. L’Unità deve tornare un quotidiano aperto, plurale e capace di unire ed ascoltare, non certo un posto dove conciliare gli equilibri tra le correnti del partito. Per questo Veltroni è una ipotesi che non esiste, non sarà il nuovo direttore”. Con il cambio delle quote di assetto azionario e l’aumento di capitale sottoscritto da Fago è inevitabile il cambio di direttore. “Non ho ancora un nome, ma di certo un profilo, un giornalista che possa rilanciare l’Unità, non ci vuole molto per capire che il giornale non va, basta guardare i dati di vendita. Il giornale si è perso, è diventato un bollettino di partito”.

A Matteo Fago chiediamo se l’Unità è il primo giornale che legge di buon mattino: “No, non è certo il primo. C’è molto da lavorare, di certo ci sono cose buone e altre da cambiare, ma è una sfida affascinante”. Valigia pronta per l’attuale direttore Claudio Sardo, voluto alla guida del quotidiano da Pier Luigi Bersani, ma per la nuova direzione di nomi non se ne fanno. Di certo il cambiamento dovrebbe essere accompagnato da una stagione di transizione guidata da Luca Landò, futuro direttore. Il quotidiano 2.0 immaginato da Matteo Fago passa per una trasformazione della versione on line: “Una linea editoriale più incisiva, anche attraverso riorganizzazione del lavoro che non può prescindere dal web. Ci sono margini di miglioramento molto ampi e la convinzione che questa sfida si possa vincere”. Una sfida difficile che, di certo, non vedrà Veltroni protagonista a meno che non entrino nuovi soci e cambi il quadro azionario. Il ritorno al passato, per ora, sembra scongiurato. 

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