Il giorno dopo le polemiche con Laura Boldrini per la sospensione dei lavori a Montecitorio e l’invito del presidente Giorgio Napolitano al rispetto delle istituzioni, scende in campo Beppe Grillo. Il leader Cinque stelle definisce la presidente della Camera “un oggetto di arredamento del potere“. Parole dure che vedono schierarsi a difesa della Boldrini tutto l’arco istituzionale. “Offese inaccettabili e incivili”, “accuse rozze e volgari” è la definizione di un gruppo bipartisan di deputate di Pd, Pdl, Sc, Sel e Gruppo misto. La presidente sceglie il profilo basso fino al termine della seduta; poi dirama una nota di “ringraziamento a tutte le parlamentari per il sostegno ricevuto” e rimarcando che l’offesa di Grillo “è rivolta a tutte le donne“.

Il rapporto tra i Cinque stelle e la presidente della Camera, inizialmente cordiale, è man mano degenerato fino all’epilogo di questi giorni con la “saluti sul tetto” da parte dei deputati M5S e lo scontro sulla legge per l’omofobia. A poco è servito “l’invito al rispetto” rivolto ieri da Napolitano. Grillo risponde anche al Capo dello Stato: “Rispetto, non voglio sentire i queruli rimproveri di una signora che dal suo scranno tratta i nostri rappresentanti come degli scolaretti. Chi le dà questa autorità?”. La Boldrini, secondo Grillo, non è stata eletta ma “nominata da Vendola“. “Il suo partitino è entrato in Parlamento solo grazie alla truffa della coalizione con il pdmenoelle – sottolinea – Una alleanza rinnegata subito dopo le elezioni in un eterno gioco delle parti che esautora il cittadino da ogni decisione”.

 

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