Uno dei 130 passeggeri del barcone intercettato ieri dalla Guarda di Finanza racconta il suo lungo viaggio e spiega i meccanismi dei viaggi della speranza: “Dall’Egitto siamo partiti con un peschereccio che trainava un’imbarcazione più piccola. Quando siamo arrivati vicino alle acque territoriali italiane, ci hanno obbligato a scendere sul natante e hanno preso il mare aperto. Poi un aereo ci ha avvistato e poco dopo sono arrivati i soccorsi”. Lui è siriano ed è in fuga dalla guerra: “Mia figlia è morta sotto le bombe di Assad. Voglio andare in Svezia o in Germania e poi far arrivare la mia famiglia”  di Lucio Musolino

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