Accompagnato dalle firme di Francesco Rosi e di Paolo Sorrentino, l’appello del Fatto per salvare la Costituzione sfiora quota 400 mila: un risultato che nessuno poteva immaginare quando poco più di un mese fa ci ribellammo all’idea che la Carta fondamentale della democrazia repubblicana potesse essere cambiata e forse anche stravolta nelle segrete stanze da comitati di presunti “saggi”.
 
Straordinario il numero e straordinario lo slancio di tanti scrittori, giornalisti, donne e uomini del mondo della ricerca , della cultura e dello spettacolo che hanno fatto sentire la loro voce di cittadini come centinaia di migliaia di altri cittadini. Comprendere cosa c’è dentro questo mare di adesionipotrebbe aiutare la politica e le istituzioni a ritrovare un contatto con quel Paese che dicono di rappresentare. Poiché dubitiamo che ne avranno voglia, cerchiamo di aiutarli.

“Chi sono i mandanti di queste malvagità?”, si domandava pochi giorni fa su queste pagine Adriano Celentano, denunciando lo scandalo delle navi-mostro che sfregiano Venezia. Basta guardarli, Adriano. Perlopiù politicanti di mezza tacca con la loro corte di burocrati in carriera pronti a timbrare qualsiasi nefandezza. Piccoli uomini spesso incolti a cui sono stati affidati immensi patrimoni dell’umanità.

La domanda è questa: perché mai la sublime eredità che ci è stata consegnata dalla storia, di chi ha costruito città meravigliose, realizzato i più fantastici capolavori, innalzato cupole e torri come inni alla bellezza e all’armonia, perché mai di tale incommensurabile tesoro devono oggi occuparsi mani rapaci e teste mediocri? Con quale diritto, per tornare agli scempi veneziani, si possono autorizzare bestioni da 130 mila tonnellate alti venti piani a violentare il Canal Grande? Con il diritto della legge, prontamente rispondono le mezze tacche, esibendo permessi e nulla osta opportunamente vistati da altre mezze tacche di una tacca sopra.

E il Ponte Vecchio affittato per una festicciola elegante? E l’incuria che risommerge Pompei? E il parco dell’Appia Antica butterato dagli abusi di lusso?
E le coste calabresi cancellate dal cemento e ridotte a disastro dell’umanità?

Se fossimo una nazione vera, da quel dì avremmo dovuto circondare con i forconi i palazzi dove si concepiscono tali lordure gridando: maledetti, avete distrutto ciò che non era vostro. Ma il sonno della ragione sembra prevalere e la nazione si perde nei cavilli per salvare Berlusconi. Non tutti per fortuna.

Un discorso analogo, se ci pensiamo, può essere fatto riguardo alla Costituzione della Repubblica. Essa di chi è? Prima di tutto di chi l’ha realizzata, proprio come fosse un grande monumento o un capolavoro dell’arte (non è stata forse definita “la più bella del mondo”?). I Costituenti l’hanno affidata al popolo italiano poiché a esso appartiene “la sovranità” che esercita “nelle forme e nei limiti della Costituzione” (articolo 1).

Dunque, la Costituzione non è certo dei “saggi”. E neppure del Parlamento che può modificarla solo dopo una procedura complessa per poi sottoporla a un successivo referendum nel caso le modifiche non abbiano avuto il sì dei due terzi delle Camere. E allora perché “saggi” e Parlamento mettono le mani su qualcosa che non gli appartiene cambiando l’articolo 138 in una scorciatoia (proprio quello studiato per evitare i colpi di mano) senza averne prima parlato con il popolo?

Penso che grandi registi come Rosi e Sorrentino, e gli altri 400 mila cittadini come loro, abbiano firmato l’appello del Fatto, preparato da personalità del diritto e della società civile (da Lucarelli a Ingroia a don Ciotti solo per citarne alcuni), solo perché vogliono essere sicuri che la Legge Fondamentale dei loro diritti e doveri non venga stravolta con qualche sotterfugio.

E penso che non siano contrari a prendere in considerazione qualche necessaria modifica (per esempio la riduzione del numero dei parlamentari) purché tutto avvenga alla luce del sole e con una qualche forma di consultazione preventiva dei cittadini.

Per tutti questi motivi, sabato prossimo, 7 settembre, alla Festa del Fatto Quotidiano nel Parco La Versiliana di Marina di Pietrasanta verrà annunciato che le firme raccolte saranno consegnate al Presidente della Repubblica e ai Presidenti delle Camere perché ne facciano l’uso migliore.

Quattrocentomila italiani vigileranno, soprattutto adesso che con il Caimano disperato tutti i colpi di mano sono possibili. Se poi riusciremo a essere 500 mila, come chi scrive un mese fa aveva incautamente (ma non troppo) sperato, tanto meglio. Forza.

Il Fatto Quotidiano, 1 Settembre 2013

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