Perché è così difficile per gli italiani evolvere verso uno stato di minimo benessere?

Ho scoperto qual è la madre di tutte le domande. Il domandone da un fantastiliardo di dollari. Ve lo propongo con la speranza che qualcuno conosca pezzi della risposta.
Vi propongo una specie di gioco filosofico alla Linux.
Ovviamente la cooperazione mentale funziona solo se la domanda ti sembra sensata…
Rullo di tamburi, sudore sulla fronte dello speaker che apre la busta: ‘La domanda è perché gran parte degli umani sa cosa dovrebbe fare per stare meglio ma poi non lo fa?’
Ok, so che già a qualcuno gli sono partiti i memi aggressivi e sta per scrivere un commento velenoso sul fatto che milioni di italiani sono alla fame e alla disperazione. Chiedo umilmente la sospensione del giudizio, giusto il tempo di spiegarmi, poi sparatemi pure.
Le persone che non hanno il denaro indispensabile per vivere si sa perché stanno male. È una vergogna che stiano così male per motivi materiali ma d’altra parte è chiara la natura del loro star male. E verrebbe da pensare che se avessero duemila euro al mese e una casa di loro proprietà starebbero bene.
Siamo d’accordo?
In questo articolo vorrei parlare di un’altra questione. In Italia ci sono alcuni milioni di famiglie che hanno un buon reddito. Come mai ce n’è così tanti che stanno comunque malissimo?
Ma restringiamo ancor più il campo.
Diciamo che in Italia ci sono almeno un milione di persone che hanno un reddito decente e hanno pure un livello culturale che permette loro di orientarsi nella complessità moderna, sanno usare internet, sono capaci di relazionarsi, sanno fare bene il loro mestiere.
Ora vorrei osservare che una buona parte di queste persone, pur non trovandosi in un momento particolarmente drammatico della loro vita (post lutto o simili), non stanno bene per niente.
Alcuni miei amici sono esattamente in questa condizione.
Sanno che vogliono cambiare una serie di cose che non vanno, sanno come potrebbero fare e però non lo fanno.

Una persona che ringrazierò sempre mi ha fatto scoprire la potenza di questo meccanismo. Mi scrive dopo aver seguito un corso di Yoga Demenziale ad Alcatraz e mi dice che è stato molto bello e interessante e che ha passato tutto il tempo del viaggio in auto fino a Milano pensando a tutti i miglioramenti che voleva mettere in atto. Poi arrivato al casello di Milano ha pagato il pedaggio e ha preso il file mentale Alcatraz e lo ha buttato via.
È come per le scarpe con la punta stretta. Lo vedi bene che il tuo piede al livello delle dita è più largo del tallone. Ma poi ti infili delle scarpe che hanno la punta più stretta del tallone. E poi ti vengono i calli. In commercio esistono scarpe con la punta larga da 30 anni. Quasi nessuno le compra.

Se dovessi scrivere una lettera a Gesù Bambino con un minimo di speranza che mi ascolti, la prima richiesta sarebbe: Gesù dimmi come si fa a far venire a un amico la forza di fare veramente quel che desidera.
Se si scoprisse come sarebbe una rivoluzione pazzesca. Se tutti gli italiani che stanno materialmente bene realizzassero i loro desideri, sarebbe un’esplosione incredibile di idee, esperimenti, invenzioni. L’Italia boccheggiante sarebbe sconvolta da un’ondata di nuovo che galvanizzerebbe tutti, il Pil andrebbe alle stelle e anche il Prodotto Felice Annuo si verticalizzerebbe.

Articolo Precedente

Vacanze: noia, vuoto a rendere

next
Articolo Successivo

Eva contro Eva, la psicologia della donna invidiosa

next