Nel paese in provincia di Cosenza, ‘ndrangheta e politica sono una cosa sola. Con il sindaco Pasquale Basile che, all’indomani della vittoria elettorale, sfila in macchina per il paese brindando con lo champagne assieme al boss Piero Valente. Ma oggi sono tutti in carcere e il municipio di Scalea è praticamente un edificio deserto. Oltre ai due, l’Inchiesta Plinius ha fatto finire in manette cinque assessori, alcuni funzionari e il comandante della Polizia municipale. Le manette sono scattate in seguito alle denunce di un consigliere comunale d’opposizione, Mauro Campilongo, che si era rivolto ai carabinieri dopo le minacce del clan Valente-Stumpo per aver “ficcato il naso” nella torta della gestione delle aree consortili: “Mi hanno minacciato di lacrime e sangue”. Anche i cittadini sanno che in quel paese comanda la ‘ndrangheta. “Ma se denunciamo veniamo lasciati soli”, accusano di Lucio Musolino
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