Renato Brunetta contro la seconda e la terza carica dello Stato. Il presidente dei deputati del Pdl se la prende sia con il presidente del Senato Pietro Grasso, sia contro quello della Camera Laura Boldrini. ”Le presidenze delle due Camere sono oggi totalmente dissonanti rispetto al sentimento di una larghissima maggioranza, non solo del Parlamento ma dell’intero Paese. Rischiano di vanificare così il cammino difficile ma produttivo che la grande coalizione di Letta e Alfano sta intraprendendo. Non abbiamo certo bisogno di massimi rappresentanti delle istituzioni che lavorino per disegni organici a minoranze estremiste” dice l’ex ministro della Pubblica Amministrazione.

“Ci sono gesti che preoccupano. Nei giorni scorsi il presidente Boldrini si è schierata senza nemmeno un velo di pudore dalla parte della Fiom rifiutando di incontrare non tanto l’ad di Fiat Marchionne, quanto la grandissima parte dei lavoratori di Val di Sangro, quasi che la cittadina presidente debba rispondere non al popolo italiano ma a Landini e Vendola” afferma Brunetta riferendosi alla lettera con cui Boldrini ha respinto l’invito sottolineando precedenti impegni istituzionali ma scrivendo anche che “è necessario percorrere la via della ricerca, della cultura e dell’innovazione. Una via che non è in contraddizione con il dialogo sociale e con costruttive relazioni industriali: non sarà certo nella gara al ribasso sui diritti e sul costo del lavoro che potremo avviare la ripresa”.

Del presidente di Palazzo Madama Brunetta fa riferimento a una dichiarazione contenuta in un’intervista in cui l’ex procuratore nazionale anti mafia ipotizzava che “nel caso in cui venisse meno la fiducia a questo esecutivo, sono certo che Napolitano non escluderà alcuna possibilità per altre possibili coalizioni“. Per il capogruppo azzurro alla Camera “il presidente Grasso, a sua volta, domenica scorsa aveva di fatto preconizzato una nuova maggioranza sostenuta dai grillini, costringendo il capo dello Stato a riparare i danni minimizzando. In fondo – rileva – capiamo Boldrini e Grasso: sono esito di uno momento politico temerario, allorché Bersani coltivava sogni di maggioranze strampalate. Ma quella stagione è finita, ed è bene che la strana coppia recuperi il senso delle istituzioni e la finisca di coltivare velleità non in linea con il proprio compito di rappresentanza democratica”. 

“Solo forzature polemiche (politiche o editoriali) possono leggere come scelta di parte, e non istituzionale, l’appello rivolto “al mondo sindacale e a quello imprenditoriale. Tutti siamo chiamati a sfide nuove” scrive Roberto Natale, portavoce di Laura Boldrini in risposta alle critiche di Renato Brunetta.

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