L’Italia non concederà l’asilo a Edward Snowden, la ‘talpa del Datagate, perché “non ci sono i presupposti nè giuridici nè politici”. Ma dagli Usa devono arrivare chiarimenti, perchè in gioco c’è “la fiducia tra gli alleati”. Il ministro degli esteri Emma Bonino, chiamata a riferire davanti a deputati e senatori alla Camera, cerca di fare chiarezza sul caso Datagate, precisando che l’Italia non è stata mai “coinvolta né consultata” e assicurando che ai servizi italiani “non risultano elementi di spionaggio nella nostra ambasciata” a Washington. Ma ricorda anche l’importanza dell’alleanza con quelli che storicamente sono “dalla metà del secolo scorso il principale alleato” dell’Italia. E avverte che sarebbe un errore, “in un momento di crisi globale” bloccare il percorso dell’accordo di libero scambio.
I chiarimenti per il momento sono giunti solo alla cancelliera tedesca Angela Merkel, rassicurata da Barack Obama nel corso di una lunga telefonata. Ma in attesa che il telefono squilli anche a Roma, lunedì prossimo, ha annunciato la Bonino, ci sarà a Washington il primo incontro tra Usa e Ue sul Datagate. La vicenda dell’ex consulente della Nsa, la Bonino ne è certa, può trasformarsi anche in un’occasione “che non va persa”, “per dimostrare che sappiamo muoverci in modo unitario come partner globali degli Usa”.
Del resto, secondo il ministro, i primi a trarre un danno sono proprio loro, gli Usa, per questo la Bonino è convinta che “le risposte non tarderanno”, forte anche delle parole pronunciate dal presidente Usa nei giorni scorsi: “spiegheremo tutto”. A deputati e senatori delle commissioni difesa e affari costituzionali riunite che chiedono maggiori dettagli, il ministro spiega di non poter “dire tutto”, ma annuncia anche che sarà direttamente il premier Letta a riferire sul Datagate il 10 luglio.
Sul no all’asilo a Snowden, negato oggi anche da Parigi, il ministro spiega le ragioni tecniche – la domanda è arrivata via fax – mentre deve essere presentata personalmente alla frontiera o sul territorio nazionale – ma anche politiche. “A giudizio del governo – dice – non è accoglibile neanche sul piano politico”.
Ma il caso della talpa Usa è legato anche a un’altra vicenda nella quale l’Italia è stata coinvolta. Quella del volo di stato che trasportava il presidente boliviano Evo Morales, bloccato a Vienna per 13 ore. Un caso, ha assicurato la Bonino, nel quale l’Italia “non ha avuto alcun ruolo”. Ricevuta il 28 giugno la richiesta di autorizzazione al sorvolo dello spazio aereo, l’Italia l’aveva concessa. Quando poi il 2 luglio Francia, Spagna e Portogallo l’hanno negata, il volo ha cambiato rotta ed è atterrato a Vienna. E “nel momento in cui l’aereo è atterrato”, è decaduta la richiesta di sorvolo indirizzata all’Italia.
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